È ufficiale: in Francia chi parla contro l’aborto sul web finirà in galera.
Due mesi fa avevamo dato notizia del progetto di legge che con cui si chiedeva di silenziare, imbavagliare e censurare il mondo prolife d’Oltralpe.
Ebbene, dopo un breve dibattito, alla fine questo progetto fortemente voluto dal governo socialista di Hollande, ormai in scadenza e delegittimato dai fatti e dai sondaggi, è divenuto legge.
L’obiettivo, come detto, è punire la cosiddetta interferenza digitale, ovvero quanti sui siti internet francesi «deliberatamente ingannino, intimidiscano e/o esercitino pressioni psicologiche o morali per scoraggiare il ricorso all’aborto».
Ovvero, in parole povere, non si potrà più dire la verità sull’aborto. Non si potrà fare corretta informazione dimostrando alle donne che l’aborto è un omicidio, la terribile uccisione del figlio che hanno in grembo.
Chi gestisce questi siti web “incriminati” potrà essere punito con due anni di carcere o con una multa che può arrivare fino a 30mila euro.
Ecco come i socialisti vogliono concludere i loro disastrosi cinque anni di governo. Hanno iniziato con la follia totalitaria del “matrimonio” gay e concludono con la persecuzione del mondo prolife: all’aborto non si devono frapporre ostacoli. In entrambi i casi Hollande ha dato prova di un totalitarismo degno del Terrore instaurato da Robespierre, perché ogni dissenso è stato stroncato con la forza e la violenza.
In tal modo, la libertà di espressione e di opinione è stata palesemente violata e soppressa. E peraltro tutto ciò contrasta con la stessa legge sull’aborto del 1975, secondo la quale le donne, prima di interrompere la gravidanza (cioè ammazzare i bambini) devono ricevere una corretta informazione sulle alternative possibili a tale drammatica scelta.
La Francia è ormai al collasso. Ma se ci consola il fatto che alle elezioni presidenziali dell’anno prossimo certamente i socialisti saranno spazzati via, temiamo anche che i due candidati di destra, Fillon e Le Pen, pur presentando programmi assai interessanti, non potranno e non vorranno rompere del tutto con l’abortismo e l’omosessualismo di Stato: per farlo dovrebbero abrogare senza alcuna eccezione le leggi sull’aborto e sul cosiddetto matrimonio gay.
Federico Catani
Fonte: LifeSiteNews