23/11/2015

Aborto – In Irlanda Amnesty International non sfonda

L’aborto per Amnesty International è un diritto e come tale va difeso e promosso. Ovviamente utilizzando abbondantemente la neo-lingua e dunque parlando di “pianificazione familiare” e di “diritti sessuali e riproduttivi”.

In Irlanda, nonostante siano ammessi i “matrimoni” gay, non c’è ancora una legge sull’aborto e ciò ad Amnesty ovviamente non piace. Per questo sta lavorando per “modernizzare” il Paese, così come accade in Cile.

Leggiamo su LifeSiteNews che il Life Institute sta denunciando l’azione della Ong. La sua portavoce Niamh Uí Bhriain nota però il fallimento degli abortisti. Infatti, benché gli sforzi e le risorse impiegate per la propaganda “pro-choice” siano ingenti, finora la popolazione ha reagito piuttosto freddamente. Oltre ad un video-spot, Amnesty ha cercato di coinvolgere i medici irlandesi invitandoli a firmare una lettera per chiedere l’introduzione di una normativa pro-aborto. Con scarsi risultati. Infatti solo in 14 hanno sottoscritto l’appello. E molti di questi l’hanno fatto più per ragioni di militanza politica che per altro. La stragrande maggioranza, invece, non ha gradito l’interferenza della Ong in campo medico e sanitario.

Niamh Uí Bhriain ha evidenziato che la campagna di Amnesty sulla depenalizzazione dell’aborto è volutamente fuorviante: “Come Amnesty sa benissimo, in Irlanda le donne non sono mai state perseguite a causa delle nostre leggi a favore della vita. Sanzioni penali dovrebbero applicarsi piuttosto agli abortisti che violano la legge, mentre le donne dovrebbero essere protette da quanti vogliono sfruttarle a scopo di lucro, portandole spesso alla morte”. Tutto ciò per la portavoce del Life Institute è la dimostrazione di quanto Amnesty si sia allontanata dalla sua missione originaria. In Irlanda preme per introdurre l’aborto, ma ad esempio ignora completamente la morte per dissanguamento di una donna ricoverata in una clinica Mary Stopes di Londra per abortire.

Il dottor Eoghan Bianco, consulente del Life Institute, ha voluto ricordare ai sostenitori dell’aborto che l’attuale divieto in Irlanda non impedisce di garantire cure ed attenzioni ottimali per le donne in gravidanza. “Il divieto di aborto non ha mai causato la morte delle donne”, afferma Bianco. E questo è un dato confermato dai fatti.

“Le statistiche  – continua – parlano chiaro: in Irlanda il numero delle donne che soffrono e muoiono per la gravidanza è di gran lunga inferiore rispetto a quello di Paesi con un libero accesso all’aborto, come il Regno Unito e gli Stati Uniti”. Infatti, stando alle statistiche, le donne irlandesi non vanno ad abortire all’estero per mancanza di “diritti” nella loro terra.

“Dove c’è il divieto di aborto, i medici possono comunque intervenire nei casi in cui vi sia un pericolo per la vita della madre, anche se questo possa comportare, come effetto collaterale non voluto, la morte del feto”, ha precisato il medico. Il che peraltro è quanto ammette la stessa morale cattolica. Tuttavia, oggi diventano sempre più rare le situazioni in cui bisogna scegliere tra le due vite. In caso di cancro, ad esempio, spesso si riesce a curare la mamma in gravidanza senza per questo mettere a repentaglio la vita del bambino.

Ad ogni modo, l’aborto in sé non è mai la soluzione. E gli irlandesi pare ne siano ancora convinti.

Federico Catani

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.