L’ aborto ” post nascita “, cioè l’infanticidio, è una tragica realtà. Se i bambini abortiti tardivamente infatti nascono vivi, vengono lasciati morire sui tavoli operatori, oppure vengono “terminati” con iniezioni letali. E il laicissimo British Journal of Obstetrics and Gynecology ha dato la notizia che a 23 settimane di gravidanza il numero di bambini che sopravvive a un aborto è pari al 10%.
Della strage dimenticata dei bambini che sopravvivono all’ aborto e della scandalosa incapacità di prendere posizione del Consiglio d’Europa abbiamo più volte trattato sul mensile Notizie Pro Vita e su questo sito.
Ora, alla faccia della “Giornata internazionale per i diritti dei bambini”, celebrata giovedì 20 novembre, Avvenire ci informa che il commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Nils Muiznieks, non ritiene che la pratica dell’infanticidio faccia parte delle sue competenze.
Il Centro europeo per la legge e la giustizia (ECLJ) e diverse ONG pro life europee, dopo il rifiuto di Muizniecks, che ritiene che il suo mandato non ha a che fare con simili questioni, denunciano il tacito consenso all’infanticidio e a trattamenti inumani proprio da parte di quelle autorità che dovrebbero essere preposte a difenderli.
Hanno quindi annunciato che presenteranno una petizione all’assemblea del Consiglio d’Europa.
Redazione