12/08/2016

Aborto – Una cellula, una persona. La parola a un’esperta

Il “prodotto del concepimento” eliminabile con l’aborto è solo un “grumo di cellule”? Si possono giustificare la manipolazione degli embrioni, la FIVET e la pillola del giorno dopo?

Lo zigote (o blastocisti, o embrione: il nome cambia a secondo dello stadio di sviluppo) sono solo cellule, come quelle della pelle, per esempio, o come lo spermatozoo, o l’ovulo? Insomma, sono solo cellule “vive”, che si possono coltivare e rigenerare, ma non sono esseri umani?

Sono tutte risposte che vanno a influenzare l’opinione che si ha in tema di aborto.

Rispondiamo con l’aiuto di Maureen L. Condic, neurobiologa, che insegna embriologia umana alla Scuola di Medicina dell’Università dell’Utah, che ci spiega la differenza cruciale che c’è tra lo zigote e l’embrione – che sono organismi! – e le cellule della pelle, lo spermatozoo e l’ovulo che non lo sono. Non solo. Il suo When Does Human Life Begin? A Scientific Perspective, pubblicato a cura del Westchester Institute for Ethics & the Human Person, ci dà argomenti validi per confutare chi dice che la vita comincia solo dopo l’impianto dell’embrione nell’utero.

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La biologia insegna che un organismo è una struttura complessa di elementi interdipendenti, gli organi, con specifiche funzioni, che hanno tutti uno scopo comune e “superiore”: la vita dell’organismo stesso, dell’individuo. Un essere umano, quindi, è composto da diverse parti (cellule, proteine, RNA, DNA), tuttavia non è un semplice insieme di cellule perché queste parti agiscono in un modo interdipendente e coordinato per vivere (crescere, riprodursi e morire). Al contrario, le raccolte di cellule umane sono sì, vive, ma vivono per se stesse, non riescono a mostrare interazioni coordinate dirette a far vivere un livello più alto di organizzazione. Un cadavere umano non è un organismo vivente, nonostante possa esserci la presenza di cellule umane vive nel cadavere, proprio perché queste non funzionano più come un’unità integrata.

Dal momento della fusione tra lo spermatozoo e l’ovulo, lo zigote umano agisce come un tutto completo, le cui parti immediatamente cominciano a interagire in modo orchestrato per evolversi e maturare. E infatti il singolo spermatozoo e l’ovulo vivono per se stessi, con il solo scopo di incontrarsi l’un l’altro. Dal momento che la fusione è avvenuta, invece, lo zigote si impegna per impedire ulteriori contatti con spermatozoi e per promuovere la conservazione e lo sviluppo di se stesso. Comincia subito a creare degli organi adatti allo scopo. Se tale attività non è interrotta da una malattia, o un fattore esterno, lo zigote-embrione-feto-bambino-adolescente-adulto-anziano a suo tempo morirà.

Le semplici cellule umane sono composte da DNA e altre molecole, come lo zigote, ma non mostrano un’organizzazione globale: una cellula di pelle umana mantenuta in laboratorio continuerà a vivere e si riprodurrà e creerà un “pezzo di pelle”, ma non ricostruirà l’organismo da cui era stata rimossa. Invece in un solo zigote, in un ovulo fecondato, all’inizio, quando è ancora una sola cellula, prodotta dalla fusione dei due gameti, non solo possiede una mappa cromosomica irripetibile, ma ha già in sé tutto l’organismo umano, “dalla testa ai piedi”, seppure a uno stadio immaturo.

È questa cellula che da sé, fin dall’inizio, controlla e dirige tutti gli eventi evolutivi che si verificano nel corso della sua vita.

Questa visione dell’embrione, oggettiva, basata sul metodo scientifico universalmente accettato da tutti gli scienziati di tutto il mondo, è un dato del tutto indipendente da qualsiasi punto di vista etico, morale, politico o religioso: fissa l’inizio di una nuova vita umana nello scientificamente ben definito “momento del concepimento”.

Alba Mustela

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Fonte: Notizie ProVita, maggio 2014, p. 18

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