A sostegno di quanto abbiamo già detto circa i risultati emersi dalla relazione del Ministero della Salute sulla diminuzione dell’aborto in Italia, pubblichiamo il comunicato stampa n. 5 del 9 novembre 2015 dell’AIGOC, Associazione Italiana Ginecologi Cattolici.
LA DIMINUZIONE NUMERICA DEGLI ABORTI VOLONTARI NON CI INDUCA A SOTTOVALUTARE I RISCHI NASCOSTI INCOMBENTI: L’EUGENISMO E IL CRIPTO ABORTISMO DI STATO.
Nella nostra analisi dei dati offerti dal Ministro della Salute nell’ultima relazione al Parlamento sulla attuazione della legge 194/1978 ci limitiamo ai dati definitivi dell’anno 2013, perché questi già sono carenti a causa dei dati non rilevati in quasi tutte le tabelle, che in alcuni casi raggiungono numeri vergognosi (tab. 18 certificazione urgente/non urgente 6.076; tab. 19 settimana di gravidanza 4.484) per essere dati – indispensabili per una certificazione corretta e legale ! – forniti dal Ministero a 22 mesi di distanza dalla fine dell’anno di riferimento.
Si registra per la prima volta una reale diminuzione degli aborti volontari (- 4.432), associata però ad una più significativa diminuzione del numero dei nati vivi (- 23.978), che di fatto determina per la prima volta dal 1999 un aumento del rapporto di abortività (204‰ nati vivi) ed una notevole diminuzione del tasso di fecondità (37,48‰).
Si registra invece un incremento del tasso di abortività nelle classi di età 25-34 anni ed un incremento numerico e del tasso di abortività nelle donne di età compresa tra i 40-49 anni .
ABORTI VOLONTARI TARDIVI (EUGENETICI)
Anche quest’anno desta preoccupazione la costante crescita degli aborti volontari oltre i 90 giorni (fine 12^ settimana), che nel 2013 sono diventati 4.064 (4,2 % di tutti gli aborti, cioè si sono più che ottuplicati rispetto allo 0,5% del 1981), 2.721 dei quali sono stati fatti dalla 16^ settimana in avanti e di questi 961 oltre la 21 settimana.
E’ un segno inequivocabile questo dell’affermarsi tra gli Italiani di una deriva eugenetica di hitleriana memoria, e della mentalità dello scarto del feto non perfetto, non sano, che non sembra avere flessioni. E tutto questo nonostante l’esperienza di molte coppie di genitori di feti terminali e l’apertura in sei ospedali italiani di hospice perinatali testimoniano che la scelta di portare avanti la gravidanza finché il bambino vive e poter tenere tra le braccia seppur per poche ore il proprio/a figlio/a è meno traumatico che sottoporsi ad un travaglio di parto per far morire il proprio figlio, anzi è fonte di gioia e di serenità, mentre la scelta dell’aborto volontario espone al grave rischio della sindrome postabortiva, che gli estensori delle relazioni continuano a trascurare come pure i consultori familiari a sottovalutare e non indagare e segnalare.
L’ABORTO VOLONTARIO NELLE RAGAZZE DI ETÀ INFERIORE AI 20 ANNI
Per quanto riguarda l’aborto volontario fra le ragazze di età inferiore ai 20 anni il dato anomalo del tasso di abortività registrato in Italia anche nel 2013 (6,1 ‰) più basso rispetto a quello registrato nello stesso anno in Inghilterra e Galles (17,7‰) ed in Norvegia (10,1‰), ma più alto di quello della Germania (4,1‰) che nell’anno 2012 faceva registrare un tasso del 7,9‰, conferma quanto già da noi affermato l’anno scorso, cioè che in questo gruppo di donne in Italia ed in Germania l’aborto volontario non è diminuito, ma ha già cambiato volto e tempo: è più precoce e non viene ufficialmente registrato perché ottenuto con l’ausilio delle pillole del/i giorno/i dopo! Basta sommare gli aborti prodotti (34.020) dalle circa 180.000 confezioni di pillole del giorno dopo vendute in Italia nel 2011 a ragazze con meno di 20 anni (A. GRAZIOTTIN Direttore del Centro di Ginecologia dell’Ospedale S. Raffaele di Milano – Conferenza su sesso sicuro promossa dalla SIGO, Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia) per raggiungere e forse superare le altre nazioni (26‰).
LA VERA CAUSA DELL’APPARENTE DIMINUZIONE DEGLI ABORTI VOLONTARI: LA PRECOCITÀ DELL’INTERVENTO
Quest’ultimo dato ci fa toccare con mano quanto da noi affermato nel sottotitolo del comunicato, cioè come oggi si cerchi di controllare nel mondo le nascite usando metodi abortivi precoci, «Interrompere la gravidanza il più presto possibile per evitare il conflitto di dover uccidere un bambino nato vivo o prima della nascita» e non certificabili come l’aborto chirurgico o farmacologico con la RU 486, che richiedono il rilascio di un attestato per poterlo fare.
Se noi sommiamo alle ivg solo gli aborti prodotti dalla pillola estro progestinica (cfr. la contraccezione – www.lafeconditaumana.it) in Italia e quelli prodotti dalla pillola del giorno dopo ci rendiamo subito conto che l’aborto volontario nel 2013 (237.684) – nonostante la notevole diminuzione della popolazione femminile in età fertile (- 269900) – supera quello del 1982 (234.801), se aggiungiamo quelli prodotti dalla spirale e la stima degli aborti clandestini scopriamo di trovarci di fronte ad una vera e propria ecatombe.
OBIEZIONE DI COSCIENZA
Anche quest’anno la relazione evidenzia chiaramente che l’alto numero di ginecologi obiettori di coscienza (70%) non sovraccarica di lavoro i colleghi non obiettori in quanto ognuno di loro nel 2013 ha fatto 69 ivg all’anno ( 1,6/settimana). Si conferma ancora una volta che i persistenti tentativi di colpevolizzare i medici obiettori e di privarli di un diritto costituzionale, esplicitamente riconosciuto anche nell’art. 9 della stessa legge 194/1978, sono puramente strumentali ed ideologici.
Concludiamo stigmatizzando ancora una volta l’incompletezza dei dati presentati in questa relazione ed invitando il Ministro e gli Assessori Regionali a provvedere al più presto ad ovviare a queste omissioni, in quanto questi dati non possono essere in possesso degli operatori sanitari che compilano le schede nosologiche a meno che non ci siano irregolarità nella compilazione dei certificati e delle cartelle cliniche … ! Quindi i punti salienti di questa analisi sono: a) Aumento degli aborti eugenetici (4,2%); b) Aumento degli aborti nelle ragazze inferiore ai 20 anni grazie all’aborto precoce; c) La percentuale degli obiettori che pure sono in aumento, non ha cambiato l’attuazione della legge.
DIFENDIAMO I BAMBINI E LA FAMIGLIA DAI TENTATIVI DI
LEGALIZZAZIONE DELLE UNIONI CIVILI