Pubblichiamo il comunicato stampa del Comitato Difendiamo i Nostri Figli, con cui si prende atto dell’auto-sospensione di Adinolfi, Amato e Di Matteo.
Ora che saranno impegnati nella prossima campagna elettorale è ovvio che la loro partecipazione alla valutazione del comportamento di altri candidati di altre formazioni politiche, che il Comitato DNF riterrà opportuno dare, potrebbe dare adito a critiche, in quanto sarebbe ipotizzabile una sorta di “conflitto di interessi”.
Il Comitato DNF, d’altro canto, ribadisce la sua equidistanza da ogni formazione o partito politico.
DNF: identità di assoluta autonomia e impegno per la tutela dell’ordinamento democratico
“In data 17 marzo ho ricevuto ed accolto l’istanza di autosospensione dal Comitato nazionale DNF di Mario Adinolfi, Gianfranco Amato e Nicola Di Matteo, in coerenza con lo Statuto, che prevede l’incompatibilità per chi ricopre cariche istituzionali o partitiche.
È stata una decisione presa dopo una attenta valutazione dei fatti, ma assolutamente necessaria per sgombrare l’orizzonte da confusioni di ruoli e da strumentalizzazioni in ogni direzione. Il Comitato nazionale non si riconosce in nessun partito e ribadisce la propria identità di assoluta autonomia, confermando la vocazione a grande movimento di popolo con il compito di riunire e dare voce alle famiglie italiane, oggi offese da progetti di legge che non le aiutano, non le proteggono, anzi le mortificano equiparandole di fatto a qualsiasi forma di convivenza affettiva. Lo stesso naturale e sacrosanto diritto di ogni bimbo di avere una madre ed un padre viene dolorosamente ignorato a vantaggio di oltraggiosi quanto inesistenti diritti di coppie “omogenitoriali”, con la relativa abominevole pratica dell’utero in affitto.
Nei prossimi mesi sarà compito del Comitato indicare – senza fare sconti a nessuno e nel massimo rispetto della libera scelta di ciascuno – i partiti e gli uomini di partito che hanno coraggiosamente scelto di farsi rappresentanti/sostenitori delle nostre istanze, e con altrettanta chiarezza, quelli che ci hanno ignorato o combattuto.
Lo faremo già a partire dalle prossime elezioni amministrative e con l’attenzione puntata al referendum di ottobre, ove la posta in gioco non è affatto economica o di snellimento burocratico (abolizione del Senato elettivo o del CNEL), bensì di tutela dell’ordinamento democratico, concretamente messo a rischio da imposizioni autoritarie personalistiche, come ci ha insegnato la vergognosa vicenda del bavaglio imposto al confronto democratico, attraverso il “maxiemendamento” e il voto di fiducia, su una legge di enorme valore etico.
A tutti ricordiamo il grido levatosi dal Circo Massimo: “Ci ricorderemo”.
Firmato: Massimo Gandolfini”
Redazione