02/02/2016

Adozioni gay – Le bugie di Gramellini hanno le gambe corte...

Quando stamattina ho letto il “Buongiorno” di Massimo Gramellini su La Stampa, sono trasecolata.

Solitamente l’ironia e l’intelligenza del giornalista lo rendono gradevole anche per chi non è d’accordo con quanto sostiene, ma oggi le sue argomentazioni sono apparse appannate, ideologiche e surreali.

Non ho resistito, mi sono sentita in dovere di rispondere e questo è quello che ho scritto, nel sito, a commento del suo articolo.

«Utilizzare le eccezioni per farne esempio della realtà (per ogni disgraziato, pazzo, criminale che fa violenza in famiglia ci sono milioni di famiglie che vivono in pace, pur con i problemi economici, le malattie, ecc.) la dice lunga sulla sua onestà intellettuale: le statistiche nazionali indicano che il rischio di subire violenza all’interno delle relazioni personali, nella famiglia eterosessuale uomo-donna sposati è il più basso in assoluto rispetto ad ogni altra tipologia di relazione. E la letteratura internazionale conferma il dato (vedere qui, qui e qui).

Quanto all’ipotesi di decesso del genitore omosessuale, il medesimo articolo che prevede la stepchild adoption in vita, contempla l’ipotesi da lei ventilata e stabilisce che il minore orfano sia adottabile da chi con lui convive stabilmente pur senza vincolo di parentela: il bambino dunque ha la possibilità di continuare a vivere con il compagno del genitore defunto. Questo dimostra che non vi è alcuna necessità dell’art. 5. Il quale, se riguardasse solo i bambini nati naturalmente, da una precedente relazione eterosessuale, sarebbe sostanzialmente inapplicabile nella maggioranza dei casi, visto che il bambino avrebbe già sia il papà sia la mamma ed avrebbe diritto a mantenere rapporti stabili e duraturi con entrambi, e dunque non avrebbe alcun bisogno di essere adottato dal compagno del genitore. Ciò significa che la sua previsione (come d’altronde pacificamente ammesso dallo stesso Senatore Lo Giudice) ha il solo scopo di rendere possibile l’attribuzione di genitorialità ad entrambi gli omosessuali della coppia dei bambini nati con l’utero in affitto.

O, peggio ancora, avrebbe lo scopo di rendere possibile lo scippo all’altro genitore naturale del bambino nato dalla relazione eterosessuale, come dimostra la storia dei due gay e delle due lesbiche inglesi che si sono contesi per anni i bambini nati dall’accordo per una fecondazione artificiale casalinga.

Che l’amore non sia mai contro natura, poi... mi permetta di dissentire fortemente: qualunque pedofilo le dirà che il suo comportamento con i bambini nasce dal suo grandissimo amore per loro. Vuol venirmi a dire che nemmeno quel tipo di amore è contro natura?

Si rende conto di quello che scrive o è totalmente accecato dall’ideologia?»

Il mio commento, dopo essere stato postato, è rimasto in attesa di approvazione per circa 20 secondi. Poi è sparito.

Dubito che sarà mai approvato… ma io ho lo screenshot fatto subito dopo aver dato l’invio, proprio in previsione della possibilità che ciò accadesse. adozioni gay

Perché ultimamente, lo si è visto benissimo nella maggioranza delle trasmissioni radio e TV del pre e post Family Day, i media hanno la tendenza a concedere ben poco, se non nessuno, spazio a chi non sia allineato con il pensiero unico dominante.

Infatti, è difficile confrontarsi con i dati della realtà, come i sondaggi – che danno torto a chi sostiene che la famiglia tradizionale sia la culla della violenza domestica – o come il dettato della legge, che già tutela i bambini che vivono con il genitore in coppie omosessuali.

Ma ciò che più sconforta e disgusta è l’incapacità di rendersi conto che l’amore è qualcosa di totalmente diverso da ciò che oggi viene spacciato per tale: l’amore è prima di tutto sacrificio, rinuncia, assunzione di responsabilità, riconoscimento del dovere, rinuncia ai diritti propri per il bene dell’altro, in sostanza esattamente il contrario di ciò che muove oggi chi si riempie la bocca di diritti al matrimonio, alla genitorialità, alla felicità, ma calpesterebbe (e spesso e volentieri già calpesta) senza pensarci due volte i più deboli e indifesi.

Monica Boccardi

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