I gay sono il 2% della popolazione statunitense, ma i casi di AIDS in America riguardano per il 55% uomini che fanno sesso con altri uomini.
Il dato è diffuso dall’autorità governativa USA per il controllo e la prevenzione delle malattie, il CDC.
Più di nove su dieci nuove diagnosi di AIDS (92 per cento) riguardano giovani gay e bisessuali di età compresa tra i 13 e i 24 anni.
Se questa tendenza continuerà, uno ogni sei uomini che fa sesso con uomini contrarrà l’AIDS. Oltre tutto già, il 15 per cento degli omosessuali positivi all’HIV non sanno di essere infetti, secondo l’agenzia governativa.
Sono inoltre a rischio grave anche per la diffusione delle altre malattie malattie sessualmente trasmissibili, come la sifilide, la gonorrea, clamidia. A Londra The Guardian ha parlato nei giorni scorsi della preoccupazione per la recrudescenza del contagio di sifilide, che al 90% colpisce la popolazione omosessuale (si veda l’articolo dell’Osservatorio Gender che ne parla diffusamente).
Gli uomini che hanno rapporti sessuali con uomini hanno 44 volte in più degli etero la probabilità di contrarre l’AIDS e 40 volte più delle donne.
Il 55% dei gay di colore sono infetti.
Peter LaBarbera, presidente di Americans for Truth, ha detto che è notevole e incomprensibile l’incoerenza, però, delle stesse autorità che lanciano l’allarme sul contagio di AIDS, in USA. Esse non spiegano che il rischio è associato essenzialmente al sesso fra uomini. Non si ammette la pericolosità oggettiva dei rapporti innaturali.
I corsi scolastici di educazione sessuale dovrebbero esplicitare l’alta incidenza di tali rischi, in un mondo sano di mente bisognerebbe spiegare che è pericoloso il sesso omosessuale.
Invece, il CDC dà la colpa del contagio alla società ‘omofobia’ e allo ‘stigma’ che ricevono i malati di AIDS.
Abbiamo sempre detto che è questa reticenza la vera omofobia...
Redazione
Fonte: LifeSiteNews