Non molti anni fa quello che è accaduto al festival di Sanremo, nota kermesse canora nazional popolare, sarebbe stato impensabile: due omosessuali sono stati invitati a salire sul palco dell’Ariston ad annunciare il loro matrimonio, che verrà celebrato a New York in questi giorni, con tanto di musica romantica di sottofondo.
L’inedito siparietto che l’incredulo spettatore è stato in qualche modo costretto ad osservare è stata certamente pianificato a tavolino e curato nei minimi dettagli: i protagonisti non hanno mai parlato, probabilmente per sottolineare la (auspicabile) censura che la società bigotta e non al passo coi tempi riserverebbe ai gay, ma hanno invece raccontato la loro “storia d’amore” attraverso delle frasi riportate su dei cartelli esposti in sequenza e a mo’ di dialogo con gli spettatori; tale racconto muto ha ripercorso le tappe del loro incontro sottolineando come esso si sia verificato durante una occasione pubblica: qui non è difficile scorgere uno dei principali obiettivi dei fautori dell’ideologia del gender, ossia il completo sdoganamento del comportamento omosessuale che passa obbligatoriamente attraverso il suo trasferimento dalla sfera privata a quella pubblica.
La squallida scenetta va avanti tra sorrisi e ammiccamenti tipici delle coppie innamorate per poi concludersi con l’affermazione secondo cui la storia d’amore dei due protagonisti maschi, che si protrarrebbe da 11 anni, avrà sì il suo coronamento ma a New York e non in Italia, dal momento che il nostro ordinamento giuridico (ancora) non prevede il matrimonio gay.
Ora, l’episodio non fa che confermare la straordinaria determinazione con cui le lobby omosessuali spingono verso la normalizzazione del comportamento contro natura, viste le vittorie conseguite nel mondo ed in alcuni importanti stati europei e data la generale scarsità di coraggio con cui il mondo politico culturale e religioso affronta la sfida lanciata dalle avanguardie rivoluzionarie. La normalità esercita sempre una grande attrattiva costituendo un profondo bisogno psicologico dell’uomo, per cui descrivere una coppia omosessuale in maniera del tutto simile ad una qualsiasi coppia eterosessuale tende ad aggirare la naturale ripulsa verso tutto ciò che è contrario alla ragione ed ai principi della legge morale. E’ in quest’ottica, probabilmente, in cui va inquadrato lo show di Sanremo , reso possibile dalla compiacenza di larga parte dei mezzi di comunicazione di massa asserviti ai dogmi del politicamente corretto. Non è un caso che il conduttore del festival di Sanremo sia un noto militante della sinistra radicale, il quale passa per un simpatico e tutto sommato innocuo showman televisivo.
Fonte: Corrispondenza Romana