Il Natale è una festa ricca di simboli che evocano il mistero e la gioia della nascita di Gesù. Dal Presepe alla Stella Cometa, passando per l’Avvento, fino ad alcuni segni che possono sembrare “pagani” o poco attinenti a una festività religiosa così sentita, ma che affondano le radici nel cristianesimo, come l’albero, i regali e perfino Babbo Natale.
I simboli più tradizionali
Innanzitutto il Presepe è la rappresentazione più autentica del Natale, quella anche più vicina alle forme liturgiche della festività natalizia. Nato grazie a San Francesco d’Assisi nel 1223 a Greccio, il presepe invita a contemplare la nascita di Gesù nella semplicità e nell’umiltà. I personaggi principali - Maria, Giuseppe e Gesù bambino - rappresentano la Sacra Famiglia, mentre il bue e l’asino simboleggiano la creazione che accoglie il Salvatore. I pastori richiamano l’umanità semplice e povera che per prima riceve l’annuncio della buona notizia. I Re Magi, spesso aggiunti il 6 gennaio, rappresentano i popoli della Terra che riconoscono in Gesù il Re e Salvatore.
Dal punto di vista liturgico il Natale è preceduto dal periodo dell’Avvento e infatti uno dei simboli è quello della Corona d’Avvento, composta da rami intrecciati e quattro candele, è simbolo dell’attesa di Cristo. Ogni domenica d’Avvento, infatti, si accende una candela, aumentando progressivamente la luce, che culmina con la nascita di Gesù, che per i cristiani è la luce del mondo. La forma circolare della corona richiama l’eternità e l’amore infinito di Dio. Allo stesso modo altamente simbolica per il Natale è la Stella Cometa, che affonda le sue radici nel Vangelo di Matteo, dove guida i Re Magi fino a Betlemme. Tradizionalmente identificata con una cometa, grazie anche all’affresco di Giotto ispirato al passaggio della cometa di Halley, potrebbe essere stata una congiunzione planetaria o un evento celeste straordinario. Oggi la Cometa è posta sopra i presepi e gli alberi di Natale, richiamando il messaggio di speranza e la chiamata a seguire la luce di Cristo.
Le origini cristiane dimenticate
Uno dei simboli più usati è poi quello dell’Albero di Natale, che però è anche quello di cui più di tutti si ignora l’origine e spesso, sbagliando, lo si associa a una tradizione consumistica e non cristiana. Secondo la tradizione cristiana, infatti, l’origine dell’albero di Natale si lega alla figura di San Bonifacio, un monaco dell’VIII secolo, che, durante la sua missione in Germania, abbatté un gigantesco albero di quercia dedicato a Thor, il dio del tuono della mitologia norrena. Secondo ciò che è stato tramandato, Bonifacio trovò un albero di abete, che rimase intatto, e lo utilizzò per spiegare il significato della Trinità: l’albero di forma triangolare simboleggiava il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, mentre il sempreverde abete rappresentava la vita eterna in Cristo. Nel corso dei secoli la tradizione dell’albero si diffuse in Europa e l’usanza di decorarlo con luci per rappresentare la luce di Cristo nacque in Germania, dove si iniziò anche ad adornarlo con mele, simbolo del peccato, e candele, per richiamare la Luce divina.
Si arriva poi a quello che forse è il simbolo per eccellenza più commercializzato e consumistico del periodo natalizio, ma che - ebbene sì, anche lui - ha origini cristiane, ovvero il personaggio di fantasia di Babbo Natale. La sua storia si intreccia con quella di San Nicola, vescovo cristiano del IV secolo che divenne famoso per la generosità verso i poveri e, appunto, i bambini. Con il passare dei secoli la sua figura si mescolò con altre tradizioni popolari. Nei Paesi Bassi, ad esempio, divenne Sinterklaas, un uomo anziano con una lunga barba bianca che, vestito con una mitra e una tunica rossa, distribuiva doni ai bambini il 5 dicembre, nella notte che precedeva la sua ricorrenza cristiana. La moderna figura di Babbo Natale, come la conosciamo oggi, cominciò a prendere forma nel XIX secolo, soprattutto grazie al poema "A Visit from St. Nicholas" di Clement Clarke Moore, meglio conosciuto come “The Night Before Christmas”. In questo poema, Babbo Natale è descritto come un uomo paffuto, allegro e vestito di rosso, che viaggia su una slitta trainata da renne, entrando nelle case attraverso il camino per portare doni ai bambini, mentre nel XX secolo, venne ulteriormente trasformato e commercializzato dalla Coca-Cola.
Infine, proprio collegata alla figura di Babbo Natale - ma anch’essi con origini cristiane - ci sono i regali. I doni natalizi, infatti, traggono origine dai doni offerti dai Re Magi a Gesù: oro, incenso e mirra. Questi doni - ovviamente staccati dalle malsane logiche consumistiche, lussuose e commerciali - simboleggiano la regalità, la divinità e il sacrificio di Cristo. Dare e ricevere regali è oggi segno di amore, attenzione e gratitudine e per i cristiani simboleggiano soprattutto il dono più grande ricevuto: Dio che si è fatto uomo per la Salvezza Eterna degli uomini.