10/03/2025 di Luca Marcolivio

Pornografia. Cantelmi: «Devastante per lo sviluppo psicoaffettivo dei giovani»

Il dibattito sulla pornografia è vecchio ormai mezzo secolo. Trattandosi di un fenomeno ormai radicato nella vita di una buona parte della popolazione occidentale, il tema è stato - ahinoi - “normalizzato” e accettato come un dato ricorrente nella vita degli adulti. Dove, invece, sussiste ancora una luce di buon senso e di morale - ma anche, a volte, di spaccatura nell’opinione pubblica - è nella sua diffusione tra i giovani, in particolare tra i minori, per i quali, lo ricordiamo, è vietato.

La folle idea del porno come educazione a scuola

Può essere la pornografia, appunto vietata per i minori e oggettivamente immorale, addirittura uno strumento per l'educazione sessuale (dentro o fuori dalle scuole)? Può sembrare una domanda retorica, dall’ovvia risposta negativa. Ebbene, purtroppo oggigiorno non è più così, soprattutto se pensiamo a quanto accaduto di recente con l’incontro - poi cancellato - di un attore porno in una scuola in Lombardia. È evidente, inoltre, che tra gli studiosi dotati di onestà intellettuale, il parere in merito all'impatto psicologico della pornografia sulle menti dei ragazzi è decisamente negativo. A confermarlo è, tra gli altri, Tonino Cantelmi, psichiatra, psicoterapeuta e presidente dell'Istituto di Terapia Cognitivo Interpersonale (Itci), che, chiamato in causa sull'argomento da Pro Vita & Famiglia, punta l'attenzione sul «fenomeno davvero allarmante» della «erotizzazione precoce dell’infanzia».

L’esperto Cantelmi: ecco rischi e danni del porno sui giovani

Non usa troppi giri di parole il professor Cantelmi: «I nostri bambini sono esposti tropo precocemente e troppo pervasivamente a contenuti erotico-sessuali. Ora questo dato si correla ad un altro dato impressionante: l’accesso alla pornografia ha sfondato il muro degli 11 anni e per gli adolescenti l’educazione sessuale è fortemente basata sulla pornografia. Tutto ciò costruisce cervelli molto sbilanciati sul sistema della dopamina e predisposti alla dipendenza». Secondo lo psicoterapeuta, «l’erotizzazione precoce dell’infanzia e l’impatto diffuso della pornografia negli adolescenti generano complesse alterazioni dello sviluppo psicoaffettivo», tra le quali si segnala «l’incapacità di gestire l’intimità e il conseguente cortocircuito sessuale-aggressivo. E tutto ciò sta avvenendo con una velocità sorprendente e con adulti statici e incapaci di cogliere i fenomeni descritti».

L’erotizzazione precoce

Da questa dilagante erotizzazione precoce e dall’accesso alla pornografia, i minori «andrebbero protetti e non lo sono», così come «non li proteggiamo dall’alcol, dalla droga, dal tabacco, dal gioco d’azzardo e tanto meno dalla pornografia. I veri predatori», denuncia Cantelmi, «sono gli adulti che consentono che un ragazzo di 12 anni possa avere accesso in modo incontrollato a immagini erotiche o pornografiche, o che faccia binge drinking o che acceda alle scommesse virtuali o che utilizzi cannabis. Il vero intervento dovrebbe essere sugli adulti e sulla genitorialità». 

L’educazione sessuale

Quando si parla di educazione sessuale, Cantelmi ritiene che «coinvolgere anche altre agenzie educative potrebbe essere utile, ma io credo che la responsabilità principale vada attribuita alle famiglie. Insomma, secondo me, occorre educare gli adulti prima ancora che i ragazzi. Tuttavia, un patto educativo globale, condiviso e volto all’educazione alla responsabilità, tra agenzie educative e famiglie» sarebbe, secondo lo psicoterapeuta, «davvero utile». A riguardo, ci vorrebbe «un patto in ogni territorio che metta intorno ad un tavolo gli adulti impegnati nell’educazione: oratori, scuole, società sportive, associazioni ricreative e famiglie potrebbero costituire in ogni territorio il tavolo per l’educazione».

Che piaccia o no, la realtà dei fatti ci restituisce una pornografia on line diventata ormai «la principale fonte di educazione sessuale: i nostri figli si costruiscono idee sulla sessualità e sui comportamenti sessuali attraverso la fruizione di pornografia». Anche questo fenomeno, osserva Cantelmi, «rientra in quel quadro di erotizzazione precoce dell'infanzia denso di sviluppi problematici. L’eccesso pornografico ruba la capacità di costruire intimità sane».

 

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