Sulla vicenda di Alfie Evans, gli ultrà si sono mostrati più umani di tanti “liberali”, dice il Foglio.
Infatti, ieri, in occasione della semi – finale di champion legue tra Roma e Liverpool (finita 4 a 2 per i giallorossi, che comunque non sono riusciti a qualificarsi per un gol) sono apparsi due striscioni, uno in curva e uno in tribuna.
foto de Il Messaggero
Foto di LaRoma24.it: Alder Hey Hospital assassini... Alfie Evans piccolo guerriero
Sappiamo bene che gli ultrà sono una realtà composita e variegata, composta anche da frange di delinquenti che non vanno prese a modello né additati come esempi da seguire (basti pensare che in occasione della partita di andata un tifoso del Liverpool è stato ridotto in fin di vita: c’è gente, tra gli ultrà – veri e propri delinquenti – che si distingue molto poco dagli animali...).
Però, gli ultrà – nel complesso – sono indiscutibilmente una voce del popolo e il fatto che la vicenda di Alfie sia arrivata sin dentro agli stadi la dice lunga sulla presa che ha avuto l’uccisione di Alfie tra la gente comune (anche i Laziali hanno esposto uno striscione del genere a Torino).
Tra l’altro il papà di Alfie, Tom, è un grande tifoso di calcio, dell’Everton (la seconda squadra di Liverpool): è stato aiutato economicamente da Bill Kenwright, il presidente dell’Everton Football Club, e ha ricevuto una sorta di premio fedeltà, il “Chairman’s Blueblood Award” che viene assegnato annualmente alle persone che Kenwright crede incarnino lo “spirito Evertoniano”.
Conclude Vietti su Il Foglio: «Dottori, teorici del liberalismo, filosofi, teologi e giuristi hanno avuto difficoltà a guardare Alfie per quello che era. Sono dovuti arrivare quei buzzurri degli ultrà a dire come stavano le cose: Alfie è un bambino che ha bisogno di qualcuno che si prenda cura di lui. Lunga vita ai tifosi di calcio. E alle squadre come l’Everton».
Redazione