C’è chi dice che sono riusciti a far morire Alfie di fame e di sete; c’è chi dice che la mascherina per l’ossigeno, alla lunga, non si è rivelata sufficiente, e che ci voleva il respiratore... La verità, forse, non la sapremo mai.
Ma se anche avessimo le prove (e sarebbe una magra consolazione) che Alfie sia morto di morte naturale, resta il fatto atroce e scandaloso che quei due poveri ragazzi, Tom e Kate, anche loro guerrieri coraggiosi, sono stati impediti nell’esercizio della loro potestà genitoriale da uno Stato che si dice democratico e civile.
Alle 2:30 di questa mattina, dice il post del papà di Alfie, “il mio gladiatore ha deposto lo scudo e ha ottenuto le ali. Ho il cuore assolutamente spezzato.”
Ora, Alfie, piccolo grande guerriero che ha combattuto la battaglia, ha finito la tua corsa, può finalmente guadagnare il premio. Da Lassù potrà fare molto, molto di più di quello che già ha fatto per tutti noi, sgomenti davanti a tanto male.
Potrà illuminare chi lo considerava un essere inutile, perché aveva “il cervello spappolato”. Gli scienziati stessi ancora non conoscono i misteri del cervello umano: ma che ne sanno i giudici inglesi del tuo cervello, Alfie? Sono arroganti e profondamente ignoranti non sanno nulla dell’ enorme potenzialità neuroplastica del cervello infantile. Non sanno che c’è gente che sopravvive inspiegabilmente con mezzo cervello deteriorato (guardate questo articolo di Focus La fonte è The Lancet)...
Nessuno sa, caro piccolo Alfie, quello che sentivi e quello che sognavi nel tuo lungo sonno apparente. Nessuno sa quanto amore hai dato e ricevuto dai tuoi magnifici genitori. Avevi il diritto di gustarlo per tutto il tempo che Dio (o il destino) ti aveva assegnato. Invece la legge e i protocolli medici hanno voluto mettersi al posto di Dio (o del destino) e hanno condannato te e i tuoi genitori ad un Calvario più aspro e doloroso di quello che già eravate stati chiamati a patire.
Illuminali e perdonali, Alfie.
E perdona tutti noi che non abbiamo saputo aiutarti di più. Abbiamo tentato: ma noi, “popoli civili”, noi sì siamo stati sconfitti.
Francesca Romana Poleggi