Non sono passati neppure tre giorni da quanto, sabato 28 aprile alle 02.30, Alfie è salito al cielo: possiamo infatti affermare che il piccolo è in Paradiso... una certezza che sarà di certo di conforto per i suoi genitori, Tom e Kate, in questi giorni di dolore immenso.
In tutto questo anche i genitori di Charlie Gard – morto esattamente 9 mesi prima di Alfie, il 28 luglio – hanno deciso di rompere il silenzio e hanno pubblicato sul Mirror una commovente lettera indirizzata a Tom e Kate. Una lettera da genitori a genitori, nella condivisione di una vicenda giudiziaria e sociale e di un dolore che chi non ha vissuto forse non può nemmeno immaginare.
Una lettera ai genitori di Alfie
Riportiamo qui alcuni passaggi della lettera di Chris and Connie Gard, che hanno dieci anni in più di Tom e Kate e sono già passati attraverso lo stesso calvario: «In questo momento Tom e Kate saranno distrutti, esausti, vuoti e con un dolore straziante. Saranno sostenuti dalle persone che hanno accanto ma allo stesso tempo, anche se hanno fatto tutto il possibile, si chiederanno cosa sarebbe successo se avessero potuto fare qualcosa di più. Ciò che rende tutto più difficile è che gli occhi del mondo sono stati su di loro. Tom e Kate, come noi, non erano celebrità in cerca di fama. Erano solo persone normali che, a causa della situazione in cui si trovavano, venivano catapultate sotto i riflettori».
Scrivono ancora, rivolgendosi direttamente agli Evans: «La vita non vi sembrerà degna di essere vissuta in questo momento, ma il sorriso poi tornerà. Entrambi avete fatto ciò che pensavate fosse giusto per vostro figlio, per amore. Le vostre vite non saranno mai più le stesse. Ma a causa di quello che avete passato insieme, il vostro amore reciproco sarà rafforzato».
I coniugi Gard dicono poi di comprendere il dolore degli Evans e di aver sofferto molto nel rivivere il loro stesso percorso. Dice Connie: «Ha resuscitato ricordi molto dolorosi del nostro stesso viaggio. A volte troppo doloroso da guardare. Non credo che nessun genitore possa non essere stato toccato dal modo in cui Tom e Kate hanno combattuto per Alfie. Sono genitori amorevoli che farebbero qualsiasi cosa per salvare la vita del loro bambino. E il caso di Alfie ci ha reso ancora più determinati a lottare per nuove leggi per dare ai genitori più voce in capitolo su ciò che accade al loro bambino, così che agli altri genitori potrebbe essere risparmiata l’agonia. Se c’è qualcosa che io e Chris potremmo fare per sostenerli in questo momento difficile, lo faremo».
Avere un figlio in ospedale cambia la normale routine, il proprio bambino diventa la priorità assoluta. Poi rimane un vuoto enorme. Chris e Connie consigliano a Tom e Kate di trovare conforto nei messaggi che arriveranno loro: «Siamo stati travolti da alcuni messaggi meravigliosi. E anche adesso Chris e io veniamo fermati in strada da un passante che ci riconosce e ci dice quanto sono triste per quello che è successo a Charlie. Questo ti aiuta perché ti rendi conto di aver fatto tutto ciò che era in tuo potere per aiutare».
Certo, al mattino è sempre difficile prendere consapevolezza dell’accaduto e Chris va tutti i giorni sulla tomba a parlare con il suo piccolo Charlie però poi si torna a sorridere: «Ho sorriso», dice Connie, «dei ricordi felici che abbiamo di lui. Sì, è stata seguita dalla tristezza e dalle lacrime che non è più qui. Ma possiamo sempre sorridere guardando i suoi video».
Intanto, la Fondazione Charlie Gard ha già raccolto 1,2 milioni di sterline e i due coniugi non demordono nel loro intento. Chris ha affermato: «La gente pensava che il caso di Charlie fosse unico, ma il fatto che il caso di Alfie sia seguito così rapidamente dimostra che non lo è. La legge in questo settore deve essere affrontata. Quando un genitore porta il figlio in ospedale, perde più diritti di quanti si pensano. Non è giusto che i professionisti debbano risolvere questi conflitti. Speriamo che ogni genitore vorrà sostenere un cambiamento nella legge». Connie gli fa eco: «[...] la legge del Regno Unito è incoerente e deruba i genitori delle decisioni che dovrebbero essere prese da loro. Gli ospedali hanno anche soldi, mentre i genitori potrebbero non farlo. Non siamo qualificati per l’assistenza legale e abbiamo scoperto che non c’era nessun posto dove ottenere consigli. Era scoraggiante, non eravamo mai stati in tribunale prima. Speriamo che la legge di Charlie impedisca questo tipo di casi in tribunale. Ma se lo fanno, il supporto dovrebbe essere diverso. Non possiamo riportare indietro Charlie, ma possiamo sperare di evitare che questo dispiacere possa succedere a un’altra famiglia, in futuro».
Grazie Charlie, grazie Alfie: le vostre vite sono state giudicate “inutili” da chi si crede sapiente, ma la realtà è diametralmente opposta... grazie a voi, noi tutti, abbiamo l’opportunità di essere persone un pochino migliori.
Redazione