Nell’udienza di ieri alla Corte d’appello di Londra, che ha di fatto visto l’ennesima condanna a morte di Alfie Evans, il giudice Lady King – uno dei tre che presiedevano – ha sottolineato che «c’è un consenso generale sul fatto che il piccolo stia morendo». Una notizia che è subito rimbalzata sui media presa alla lettera, ma che in realtà voleva significare che la malattia di Alfie è degenerativa. In ogni caso Thomas Evans, il papà del piccolo, aveva prontamente risposto mettendo su Facebook un video dove affermava che Alfie aveva avuto una piccola crisi, ma che «per la terza volta si è ripreso» e che continua a lottare: «È tornato, ha avuto solo un calo, è diventato pallido, le labbra si sono un po’ scurite, ma è tornato. [...] Voglio solo che tutti sappiano che Alfie si è stabilizzato».
Un’altra aberrazione fatta passare per vera nel corso dell’udienza è il fatto che nutrizione, idratazione e ossigenazione sarebbero cure pallitive: non è vero!
Alla luce di questo, appare ancora più importante rilanciare le dichiarazioni della dottoressa polacca Izabela Pałgan di Bydgoszcz. rilasciate a Radio Wnet. La dottoressa si è occupata del piccolo Alfie e sostiene, come riporta Marco Tosatti: «Non ci sono segni di danni al tronco encefalico nel test di risonanza cerebrale. Ciò conferma che il bambino non è in uno stato terminale. [...] Il bambino non è un bambino morente. Questo non è uno stato di morte cerebrale. Il bambino reagisce alla voce di suo padre, periodicamente apre gli occhi, stringe la bocca quando somministra la tettarella. I genitori dicono che si mette in contatto con loro. Quando gli parlano, sentono che il bambino prova emozioni. Certamente non un bambino morente. In Polonia e in altri paesi europei, questi bambini sono coperti da cure palliative, a casa o in hospice».
Alfie non sta morendo. Respira da solo ormai da quasi 60 ore. Alfie continua a lottare, e con lui i suoi genitori e tutti noi. Forza, piccolino!
Redazione