Diciotto giorni di duro lavoro per cercare di dare voce a chi non ha voce. Diciotto giorni d’incontri, riunioni dibattute, grande spirito di squadra e azione, tanta azione.
La soddisfazione più grande è stata quella di girare l’angolo adiacente a P.zza San Giovanni in Laterano e alle ore 13:00, del 20 giugno, vedere già tante famiglie lì riunite, festose e con la grande voglia di dire la loro, di dare una testimonianza attiva.
Una testimonianza partita dal basso, una testimonianza che non ha goduto di appoggi istituzionali, ne fondi economici. Una manifestazione organizzata interamente e totalmente da cittadini.
Cittadini non solo di cultura italiana, cittadini che provengono da culture diverse come Nigeria, Senegal, Congo, Capo Verde, Filippine, India, Eritrea, Slovacchia, da rappresentanti delle Comunità del Sud America… Sicuramente, causa il poco tempo per organizzarsi, erano una minima parte rispetto al mare di folla dello scorso pomeriggio presente a San Giovanni, ma di egual forza e voce. Sì, la maggior parte delle Comunità etniche presenti alla manifestazione sono preoccupate non solo della formazione che i propri figli rischiano di dover subire passivamente, in contrasto con i principi educativi delle loro culture, ma anche con la consapevolezza che l’approvazione della legge Cirinnà, apre a sua volta ad altri problemi. Problemi che colpiranno maggiormente i loro Paesi d’origine. Colpiranno i loro parenti, amici, conoscenti…
Faccio un passo indietro. Ho deciso di scrivere queste due righe perché sono rimasto profondamente colpito dalle dichiarazioni rilasciate da Franco Grillini, presidente di Gaynet e fondatore dell’Arcigay. In una intervista pubblicata nella mattinata del 20 giugno all’Huffington Post, in merito alla manifestazione dello stesso giorno, “Difendiamo i nostri figli”, Grillini sentenzia: “Manifestazione pietosa a sfondo razzista. Ricorda il nazifascismo”.
Considerando che all’evento erano presenti Musulmani, Ebrei, Ortodossi e tante etnie africane, asiatiche, europee e del Sud America, cosa voleva far intendere Grillini? Tutti razzisti e nazifascisti?
Dando per scontata l’offesa fatta alla totalità dei presenti all’evento mi chiedo con quale impertinenza si permetta di etichettare religioni e popolazioni che hanno veramente vissuto sulla loro pelle tale abominio.
E’ triste e squallido sentire parlare di razzismo e nazifascismo e al contempo promuovere procedure fondate sul mercantilistico sfruttamento della povertà e dell’ingenuità, come il mercato della provetta. Un mercato senza scrupoli che non aspetta altro che una legge come la Cirinnà per imporsi nel sociale. Un mercato che costringe la figura femminile a rinunciare alla propria dignità attraverso l’utero in affitto. Gameti comprati sui listini, donne affittate come contenitori da single o coppie sterili per portare a termine una gravidanza dove il figlio è ritirato su ordinazione come in una concessionaria di automobili.
Questa è l’altra grande preoccupazione delle comunità etniche presenti alla manifestazione del 20 giugno. Nella maggior parte dei casi le donne costrette ad affittare gli uteri dalla povertà sono donne che provengono dai Paesi meno sviluppati: Africa, India, Sud America.
Utilizzando la leva economica, single e coppie sterili, approfittano della povertà, dell’ingenuità, dell’ignoranza avanzando le loro richieste per ottenere un bambino. Diventare madre surrogata è un modo per la donna che si trova in una situazione socialmente vulnerabile, di vendere il proprio corpo, calpestando la propria dignità, in barba ai diritti inviolabili dell’uomo.
Non contento il presidente di Gaynet conclude rincarando la dose con le seguenti parole: “Sarà quindi un festival dell’omofobia, triste e pietoso come tutte le manifestazioni a sfondo razzista, dove avranno voce i mostri profani dell’odio verso la diversità sessuale e trionferà quel familismo amorale largamente responsabile dei guai del paese”.
E’ istruttivo per qualsiasi lettore dell’articolo sull’Huffington Post scoprire che un Imām, un Pastore ortodosso, un Rabbino con una bellissima lettera, esponenti di comunità africane, indiane e di ogni angolo del mondo siano in realtà niente più che razzisti, omofobi e “mostri profani dell’odio”…
Beh, caro Grillini, alla manifestazione del 20 giugno a piazza San Giovanni, le dico io chi era presente. C’erano tante persone comuni, come descriveva Manzoni nei Promessi Sposi, “genti meccaniche e di piccolo affare”, quelle che io normalmente incontro tutti i giorni. C’erano rappresentanti di culti diversi a testimonianza di una volontà di dialogo costruttivo, c’erano rappresentanti di etnie che lottano per mantenere la loro integrità morale, spirituale e culturale minacciata dall’omologazione amorale. Tante persone che lottano anche per far valere i diritti del singolo, cosa che dovrebbe interessare anche lei. I suoi “mostri profani dell’odio”, forse hanno origine altrove, magari a fine giornata provi a cercarli guardandosi allo specchio.
Emmanuele Di Leo, Presidente Steadfast Onlus