Nello stesso giorno in cui dal pulpito europeo invocava l’inserimento di aborto e clima nella Carta dei Diritti, il presidente francese Emmanuel Macron ha ricevuto una sonora bocciatura dal Senato proprio sul tema dell’aborto.
La proposta di legge sulla liberalizzazione dell’aborto nel paese, infatti, meglio nota come "Legge Gaillot" e fortemente promossa proprio dal governo Macron, è stata respinta in blocco, senza nemmeno passare alla discussione di articoli ed emendamenti. La seconda lettura al Senato della legge per "rafforzare il diritto all'aborto" ha avuto luogo mercoledì 19 gennaio e si è conclusa in appena tre ore di discussione, con l'adozione di una questione preliminare che ha permesso di respingere il testo nel suo insieme, con 202 voti a favore per la bocciatura e 138 favorevoli invece all’approvazione della legge.
I sostenitori dell'aborto illimitato non avevano mandato giù il mantenimento della clausola che permette il diritto e la libertà di coscienza, dunque anche l’obiezione per medici, paramedici e cliniche di ispirazione religiosa. Per gli abortisti, infatti, l’obiezione di coscienza doveva essere eliminata ed era necessario liberalizzare totalmente l’aborto sino alla 14esima settimana.
Altri hanno invece ricordato che su quattro gravidanze più di una viene abortita in Francia (222.000 aborti nel 2020) e che "l'aborto deve rimanere un'eccezione", essendo "sempre una tragedia”. I cori e gli slogan delle migliaia di partecipanti alla Marcia per la vita di Parigi, svoltasi la scorsa settimana, hanno forse raggiunto le orecchie dei senatori.
L’associazione “Choisir la Vie”, che ha organizzato la marcia pro life, si è rallegrata del voto e si è congratulata con i senatori che si sono opposti ad un'ulteriore legislazione sulla barbarie dell’aborto con il falso pretesto di offrire alle donne una maggiore libertà. Gli organizzatori e le associazioni pro life hanno anche invitato i deputati e i senatori che si riuniranno in questi giorni in una commissione mista per valutare un eventuale testo comune, a mantenere questa opposizione all'estensione del termine di aborto a 14 settimane.
La battaglia non è però finita. Macron ed i suoi faranno di tutto perché la legge possa entrare in vigore prima delle elezioni di primavera, noi, invece, speriamo che altrettanti sforzi e determinazione vengano profusi dai senatori di opposizione.