Tutti si dicono amici delle persone Down. Ma esistono gli amici veri, a fatti, che vanno distinti dagli amici a parole, finti, che promuovono l’aborto “terapeutico”.
Dicono di farlo per “amore” per non farli “soffrire”, per non condannarli a “una vita non degna d’essere vissuta”. La realtà oggettiva è che loro sono nemici delle persone portatrici della Trisomia 21.
Tra gli amici veri delle persone Down, LifeSiteNews ce ne ha mostrato uno davvero eccezionale.
Philippe de Villiers, fondatore del parco a tema Puy Du Fou, ha donato 50,000 euro alla “Fondazione Jérôme-Lejeune,” votata all’aiuto dei Down e alla ricerca scientifica tesa a migliorare le loro condizioni di vita e di salute.
Il grande parco a tema, Puy Du Fou si trova in Vandea, nella Francia occidentale. Per avere un’idea della sua grandezza, si pensi che lo spettacolo serale, il grande Cinescenie, si svolge in un teatro all’aperto che può ospitare 10 mila persone, ha come palcoscenico un lago, un grande prato e alcune case, e come scenografia, sullo sfondo, ha un castello.
Merita una visita. Merita un po’ di pubblicità.
E’ tutt’altro che un “parco dei divertimenti”: non c’è neanche una giostra. Ma è la meta ideale per grandi e bambini che vogliano trascorrere qualche giorno nel più puro divertimento, immersi nella natura, nella storia e nella memoria di quelle che sono le radici della nostra civiltà.
Nei diversi settori del grande parco sono ricostruite in modo sorprendentemente curato e attento ai particolari le scene della vita e della storia di Francia. Anche i diversi alberghi sono inseriti nel contesto. E il personale è vestito in costume.
Si va dal villaggio dell’anno 1000, con tanto di officina di fabbro ferraio, alla piazza di una città dei primi del ‘900, passando per anfiteatri e ville romane, cavalieri della Tavola Rotonda, villaggi medievali, invasioni di Vichinghi, palazzo di Versailles...
In ognuno di questi settori si tengono per tutto il giorno, a ripetizione , degli spettacoli dal vivo che raccontano aneddoti e vicende storiche con effetti speciali degni dei migliori set hollywoodiani, migliaia di attori e comparse, stuntmen, cavallerizzi, cantanti, spadaccini, domatori di leoni, allevatori di uccelli e maestri falconieri... e chi più ne ha più ne metta.
Tra le vicende storiche di cui nel parco si fa memoria, è protagonista centrale il genocidio della Vandea: una delle pagine più oscure della Rivoluzione Francese, che di solito sui libri di storia è completamente ignorata: 100.000 contadini, uomini, donne e bambini, vennero sistematicamente trucidati solo perché da cattolici rifiutavano di riconoscersi nei valori razionalisti e laici dei rivoluzionari.
Villiers ha dedicato il parco alla verità e alla vita, fin dai suoi inizi. Da sempre fiero oppositore dell’aborto, e dell’eutanasia, non ha mai ricevuto plauso o visibilità dai media.
In questa occasione con la donazione alla Fondazione Lejeune ha voluto tributare onore al ricordo del grande scienziato e suo amico che lo ha incoraggiato e sostenuto quando il parco stava per nascere.
“Credo che i bambini Down meritino la massima protezione, visto che sono totalmente abbandonati dai media (ricordiamo che in Francia un video che tempo fa ha commosso il mondo intero è stato censurato perché offendeva i sentimenti delle donne che avevano fatto ricorso all’aborto terapeutico!!!!), in questa società che oggi i bambini li fa su ordinazione, “perfetti”, come da catalogo”, ha detto Villiers a LifeSiteNews. Il genocidio silenzioso in atto ai loro danni (in Francia il 96% dei bambini cui è stata diagnosticata la Trisomia 21 sono abortiti) è simile al genocidio vandeano, anch’esso passato sotto silenzio per secoli.
“Se si viola il principio fondamentale della sacralità della vita, si mina la civiltà nelle sue fondamenta”, aggiunge Villiers. Spiegando che il Puy Du Fou è nato per trasmettere un’eredità, per coltivare la memoria, in una società devastata dalla globalizzazione, che “costruisce” figli senza padri, che decostruisce le istituzioni tradizionali. In tale contesto, è ovvio che i bambini debbano essere messi al primo posto.
E il successo del parco è dovuto solo a questo: noi ricordiamo la gloria passata, la gloria delle generazioni che hanno difeso la Francia e la Cristianità nei secoli. Di coloro che hanno incarnato i valori e hanno vissuto e sono morti per essi.
Dice Villiers: “Il nostro successo è dovuto al fatto che ci atteggiamo a “eredi” e non a ragazzini semi-dei onnipotenti, viziati dalla ricchezza, che coltivano solo l’apparenza: mentre la vera bellezza è quella del cuore e dell’anima.
Non vogliamo correre il rischio che le nuove generazioni dei “Puyfolais” (gli amici di Puy Du Fou) dimentichino lo spirito di povertà che è nelle nostre corde dai primi momenti. Pur essendo un immenso successo economico, commerciale e culturale, il nostro motto resta “Noi non siamo qui per fare soldi”.
Puy du Fou non sarà mai un business. Puy du Fou non sarà mai un “parco dei divertimenti”. Ecco perché è una organizzazione no-profit. Ecco perché non dà dividendi e non riceve sovvenzioni pubbliche.
Quando l’ho creato, mi sentivo in debito verso mio padre, mia madre e la Vandea tutta. Ero in debito di un’infanzia felice. Perciò non voglio che si parli della mia donazione come di un mio gesto di generosità: coloro che hanno costruito le grandiose cattedrali francesi erano talmente poveri che nessuno ricorda i loro nomi”.
Francesca Romana Poleggi
DIFENDIAMO I BAMBINI E LA FAMIGLIA DALLA LEGGE CIRINNA’