L’ottobre scorso una donna di 33 anni è morta a seguito di una amniocentesi a cui si era sottoposta alla 21esima settimana di gravidanza, eseguita all’ospedale Sant’Orsola di Bologna.
Per il decesso sono stare indagate 9 persone a vario titolo di omicidio colposo ed aborto colposo, ma ora il Pm Borghini ha richiesto l’archiviazione di tutte le posizioni.
La disgrazia è enorme, ma il quesito di fondo rimane uno: si tratta solo di malasanità o di pratiche invasive – qual è l’ amniocentesi – che comportano sempre e comunque un tasso di rischio che solitamente viene sottaciuto? Del resto, come stupirsene se le donne sono private della possibilità di esprimere un vero consenso informato in ordine all’aborto ed alla contraccezione, dato che sistematicamente vengono loro nascosti gli effetti collaterali più o meno nocivi?
Redazione
Fonte: TRC