La dottoressa Niedda, biologa specializzata in bioetica, ci spiega che anche la normale pillola anticoncezionale può agire dopo il concepimento provocando quindi un aborto.
Proponiamo ai nostri lettori questo articolo pubblicato sul mensile Notizie Pro Vita, che meritava di essere letto e merita di non essere dimenticato.
Le tecniche contraccettive mirano ad impedire la fecondazione attraverso un’azione meccanica od ormonale. L’azione di tipo meccanico impedisce l’incontro tra lo spermatozoo e l’ovocellula. Con i mezzi di tipo ormonale, invece, vengono alterati gli eventi fisiologici che permettono alla donna di prepararsi alla fecondazione ed alla gravidanza.
In particolare la pillola estroprogestinica è realizzata combinando tra loro due ormoni di sintesi, un estrogeno ed un progestinico, che agiscono alterando i naturali meccanismi ormonali che regolano il ciclo ovarico femminile. Oggi si fa uso di preparati contenenti progestinici a bassa attività androgenica associati a ridotte concentrazioni di estrogeni. Se questi preparati risultano meno dannosi per la donna, essi tuttavia esplicano un più spiccato effetto abortivo. Infatti l’azione estro-progestinica si esplicita a più livelli:
- Agisce sull’asse ipotalamo-ipofisario e fa sì che nell’ovaio i follicoli non vadano a maturazione, non producano ormoni, né tantomeno si abbia l’ovulazione.
- Agisce sulla mucosa interna dell’utero in modo che non possa prepararsi all’eventuale annidamento dell’embrione.
- Agisce sulle tube di Falloppio, rendendo più difficile sia la fecondazione, sia il viaggio dell’embrione verso l’utero (con aumento del rischio di gravidanza tubarica).
- Agisce sulla cervice uterina rendendo il muco impervio agli spermatozoi.
In base a quanto esposto, si può notare come, qualora l’effetto antiovulatorio (n.1) fallisca, l’azione della pillola estro-progestinica (casi nn. 2 e 3 ) sull’endometrio e sulle tube sia di tipo francamente abortivo.
Se consideriamo il numero delle donne che ricorrono a questo metodo contraccettivo, è evidente come l’effetto abortivo della pillola sia un evento di rilevante portata. Vediamo perché.
Statisticamente si possono avere 6,48 ovulazioni in 200 cicli di uso regolare della pillola e, poiché l’estroprogestinico provoca anche un effetto barriera sul muco cervicale, l’evento abortivo dipende anche dall’insuccesso di quest’azione (n.4). Con buona approssimazione si può affermare che si verificano 50 interruzioni del blocco della mucosa ogni 200 cicli di regolare assunzione del contraccettivo.
Anche se non è possibile quantificare in modo certo il rapporto tra numero di fecondazioni e numero di aborti che si verificano in corso di contraccezione con estro-progestinici regolarmente assunti, si può verosimilmente affermare che per 200 cicli si verificano 1,55 fecondazioni; tale numero risulta corretto in base all’età e alla considerazione che di norma il numero di fecondazioni è pari al 25% delle ovulazioni. Confrontando poi tale numero di fecondazioni con quello delle gravidanze che si verificano in 200 cicli di assunzione del contraccettivo se ne può dedurreche l’uso continuo e regolare della pillola estro-progestinica comporta la possibilità che si verifichino 1,5 aborti per ogni 200 cicli, ovvero 1 aborto ogni 10 anni.
Marinella Niedda
Tratto da NotizieProVita n.10 – Dicembre 2012 – Pag. 15