C’è l’imbarazzo della scelta, a voler cercare fonti (affidabili) sul web, circa i danni della politica scolastica e sanitaria, per quel che riguarda i minori, dalla più tenera età fino agli stessi liceali.
Molte associazioni di pediatri, di psichiatri e di psicologi, infatti, lo hanno detto e ripetuto per mesi: l’isolamento dei ragazzi, pur nell’intenzione di tutelarli a livello sanitario, ha avuto delle ricadute gravi e inaudite. Ora, dopo due anni di esperienza pandemica, sappiamo tutto dell’aumento delle depressioni, dei suicidi, dell’uso di alcol e droghe, dei folli gesti di autolesionismo che hanno invaso, ove più ove meno, il mondo giovanile.
Anche Save the Children (STC), tra le più importanti associazioni di protezione minorile al mondo, è scesa in campo con un articolo tagliente, ripreso dall’agenzia Sir e da molti altri media. In esso coraggiosamente si denunciano le tantissime “regole che hanno strovolto la vita di bambini e bambine in pandemia”. Una denuncia coraggiosa perché molti osservatori e opinionisti, inclini al buonismo, davanti allo spettacolo del disagio giovanile recente, sono capaci solo di prendersela con il Covid. E questo è tanto facile, quanto inutile.
E’ vero che senza l’epidemia e la paura del contagio tante decisioni di contenimento non sarebbero mai state prese negli Stati democratici. Ma è anche vero che il Covid non giustifica automaticamente tutte le scelte, a volte irrazionali e insensate, prese dal nostro governo.
Queste discutibili decisioni, quali soprattutto una Dad indiscriminata, hanno “provocato un grave impoverimento delle relazioni sociali dei più piccoli, modificando irreparabilmente il loro percorso di crescita e sono diventati sempre più frequenti, in questa generazione, disturbi psico-fisici anche gravi”. Ovviamente non vogliamo giudicare, in questo modo, le intenzioni dei governi, che saranno state ottime e protettive, ma gli effetti, ormai, sono sotto gli occhi di tutti.
Addirittura si parla di “generazione sospesa nel limbo del Covid”. In particolare per il milione e mezzo di alunni delle scuole primarie, la cui socializzazione è stata in mille modi impedita. Si pensi alla soppressione o alla drastica riduzione della ginnastica all’aria aperta, dopo decenni in cui si è ripetuto come un mantra che “lo sport è salute”.
L’isolamento dei bambini e degli adolescenti, fagocitato dalla “scuola on line” (prima DAD poi DDI), ha favorito una malsana dipendenza dagli schermi, “incidendo sulle fondamentali fasi di crescita e sviluppo dei bambini” e facendo registrare un prevedibile “crollo degli apprendimenti”. Oltre all’aumento del bullismo sul web, del gioco d’azzardo e del consumo di pornografia. Un tema che, tra l’altro, proprio oggi torna attuale in occasione dell’Internet Safer Day.
Save the Children, inoltre, propone di istaurare il prima possibile dei “ristori educativi”, intesi come luoghi e momenti di socializzazione (anche attraverso viaggi e attività sportive), al fine di recuperare il dialogo tra pari, l’autostima e la motivazione scolastica, spesso perduta.
La cura della salute, importante e decisiva per i governi e gli Stati, cessi di ignorare la salute psicologica e relazionale dei giovani, recuperando per quanto possibile il tempo perduto.