Andrea Bocelli piaccia la sua musica o meno, è senza dubbio quel che può definirsi un grande italiano. Impossibile, nello spazio che abbiamo, ripercorrere una carriera di tanta intensità, successi, viaggi, concerti, album e premi ricevuti.
Si tratta certamente di uno dei cantanti italiani più famosi al mondo e di una delle più grandi personalità del momento, anche al di là dell’universo musicale. Si pensi ad esempio alla sua vasta opera di promozione sociale e solidarietà, portata avanti da moltissimi anni, attraverso la Andrea Bocelli Foundation.
Lo scorso 5 luglio, in una intervista molto personale al Corriere della sera, il cantante ha svelato alcuni elementi meno noti della sua personalità.
Dopo l’incontro in America con il presidente Joe Biden a Natale, Bocelli dice, malgrado i suoi 3 figli, di non aver sempre avvertito «la paternità come vocazione«. Anzi, di aver nutrito «una sorta di allergia ai bambini piccoli da giovane, poi – spiega - ho conosciuto il mio primo figlio e l’orizzonte si è spostato».
Ribadendo la sua profonda fede religiosa, e il fatto di non riuscire a credere di «essere figlio del caso», Boccelli racconta di fondare la sua attitudine educativa ed esistenziale sul valore della libertà, perché «Dio ci ha creati liberi». Alla domanda, poi, se essere contro l’aborto non sia , quindi, contrario alla concezione di libertà il cantante risponde: «Non si pretenderà mica che la Chiesa approvi l’aborto? E non si può neanche pretendere che una corte come la Corte Suprema americana si esprima diversamente: fa il suo lavoro e va presa per quello che è».
Parole queste ultime tutte da meditare. Sono proprio coloro infatti che amano ergersi a paladini dello “Stato di diritto” che stavolta hanno fomentato le piazze contro una sentenza che deriva dal massimo organo della Giustizia americana. Bocelli dichiara, dunque, di avere «il culto della libertà» e di essere, senza alcuna incoerenza, «a favore della vita». E questo anche per ragioni personali.
«A mia madre – prosegue - quando era incinta di me fu consigliato di abortire. I medici videro dei problemi durante la gravidanza e fu così consigliata. Il resto delle considerazioni, le lascio al lettore». Anni fa girava negli ambienti pro life un racconto sulla madre di Beethoven, alla quale tutti avrebbero consigliato di abortire. La morale della storiella era: per fortuna quella donna non ha ceduto alle circostanze avverse e così abbiamo avuto l’immenso compositore tedesco.
Lo stesso potrebbe dirsi per il nostro Andrea Bocelli, vanto della musica italiana e della nostra proverbiale umanità, in Europa e nel mondo. E così, a ben vedere, è per tutti i sopravvissuti dall’aborto, perché tutte le vite sono degne di essere vissute.