Qualcuno avrà deciso di non partecipare alla manifestazione di domani per la famiglia in piazza San Giovanni.
I coniugi che presiedono l’associazione Nazionale Famiglie Numerose si chiedono: “Perché non ripensarci e scendere in piazza, domani?”
Scrivo con fatica: ma è un debito alla coscienza. Anche noi e assieme ai nostri dieci figli sabato prossimo saremo in piazza San Giovani. Ci saremo non contro qualcuno, ma per amore alle nostre famiglie, a quelle giovani in particolare: sette dei nostri dieci figli sono già sposati con nove nipotini e due in arrivo.
Ci saremo e saremo felici di esserci.
Ma, ma con un spina nel cuore per i silenzi e le assenze. Possiamo capire e rispettare. Ma osiamo dire: Chi ha avuto l’idea. Chi l’ha seguita potrebbe aver sbagliato nei modi di avviare e di procedere, ma non facciamo un altro sbaglio. Non uscendo dalle nostre ragioni, tutti corriamo il rischio di restare soli con esse.
La posta in gioco è molto alta: è la famiglia, sono i nostri figli, grembo del futuro e nido della coesione sociale.
La famiglia, non in un qualsiasi tempo, ma nei nostri anni, nei nostri mesi, nei nostri giorni, ora; essa è a rischio.
In Parlamento, in tanta parte della Magistratura e in gran parte dell’opinione pubblica si dimentica la dimensione sociale del matrimonio e si lascia da parte il rispetto dovuto ai bambini e ai giovani in nome di una loro rieducazione basata sul Gender.
In un momento così carico di futuro non basta essere in “comunione” sui valori o sugli obiettivi, è necessario essere “d’accordo”, altrimenti anche le necessarie differenze possono trasformarsi in divisioni, drammatiche davanti a proposte di leggi sulle quali non si possono avere opinioni ma certezze, almeno per il modo con cui sono impostate, e non per le domande cui vorrebbero rispondere: la pace sociale e il bene comune di tutti.
Per questo diciamo: mancano poche ore all’incontro in piazza san Giovanni, ma non manca il tempo per lasciare spazio al dubbio e magari cambiare la decisione ed essere presenti in piazza san Giovanni.
Soprattutto perché è necessario continuare l’impegno e il discorso dopo il 20 giugno.
Guai se non continuasse, se non ci si ritrovasse assieme per capire e per capirci e servire assieme il bene comune.
Giuseppe e Raffaella Butturini
Presidenti ANFN