E nun ce vonno sta’, direbbero a Roma, leggendo i primi commenti sul web di certi siti come Amnesty International: in Argentina la legge per la legalizzazione dell’aborto è stata bocciata. La vita ha vinto (... e le agenzie hanno “faticato” a dare la notizia)!
Scrive Repubblica: «Il Senato argentino ha respinto oggi con 38 voti contrari e 31 favorevoli un progetto di Legge sulla interruzione volontaria della gravidanza».
E versa qualche lacrimuccia amara: «Sfidando l’inclemenza meteorologica che ha segnato la giornata con temperature rigide e una pioggia leggera ma incessante, molte decine di migliaia favorevoli alla legge con al collo pañuelos (fazzoletti) verdi, ed anche un gran numero, anche se minore, di oppositori ad essa con fazzoletti celesti, hanno atteso l’esito del dibattito sotto gli ombrelli, lanciando slogan, ballando ed ascoltando musica di gruppi esibitisi su palchi sistemati all’aperto».
E conclude: «Secondo la legge argentina, il ‘no’ del Senato significa che per un anno non sarà possibile ripresentare una nuova legge sullo stesso tema. Inoltre il 2019 sarà un anno elettorale e quindi poco opportuno per l’esame di temi con un contenuto di forte tensione sociale».
Forse i senatori sono stati colpiti dalla lettera scritta da due colleghi inglesi (che potete leggere cliccando qui) più che dalle pressioni delle grandi Ong, e del capitale mondiale, cui sono stati sensibili invece i deputati quando hanno approvato (di misura, invero) il testo.
Certamente, il popolo argentino è prolife e – checché ne dicano i soliti (lamentosi) esponenti della cultura della morte – era fortemente contrario all’aborto (leggete qui e qui). Le femministe con i fazzoletti verdi per un po’ devono darsi una calmata, se ci riescono. Quanto meno se sono davvero sono “democratiche” come dicono di essere. Intanto la calma pare che proprio non appartenga loro, visto i disordini e le violenze di cui si sono resi protagonisti i pro-morte quando hanno saputo della sconfitta (notizia e foto di TG Com).
Redazione
Qui un interessante commento di UCCR on line che sottolinea la mala fede dei media, fa un confronto con le vicende italiane del ’78 e il recente referendum irlandese, e pone l’accento sull’impegno determinante della Conferenza Episcopale argentina per la vittoria della vita.