15/12/2013

Associazioni gay contro i giornalisti: dovete esserci più vicini

Média e stereotipi. Comunicazione che influenza i modelli familiari e l’identità sessuale. Questa volta sono le associazioni GLBT a lamentarsi di un mondo, quello appunto dei mass média, che, a loro dire, propugnerebbe valori distorti e pericolosi, omofobici.

Mercoledì 11 dicembre a Bologna si è tenuto il convegno  “Gli ambienti particolari”, organizzato dal Consigliere regionale Franco Grillini, allo scopo di allertare le strutture di controllo sulla comunicazione affinché possano intervenire per presentare, in tv e sulla carta stampata, gli ambienti GLBT come portatori di valori positivi.

L’obiettivo dichiarato dell’incontro è quello di costruire delle figure professionali in grado di intervenire nella redazione di una carta deontologica gayfriendly.

Siamo quasi al ridicolo se si analizzano le parole del difensore civico regionale, Gianluca Gardini, il quale sostiene che “l’orientamento sessuale e l’identita’ di genere sono liberta’ entrate a pieno titolo nella lista dei diritti umani fondamentali, e meritano una protezione altrettanto forte della liberta’ di espressione del pensiero”. Al ridicolo se si pensa che tali posizioni trovano poi nel disegno di legge Scafarotto un’utile arma, un testo che se diverrà diritto positivo metterà a rischio prigione tutti coloro che credono fermamente nella difesa della famiglia tradizionale. Sempre alla faccia della libera espressione del proprio pensiero.

L’assurdità di queste pretese stride fortemente con lo sbilanciamento della rappresentazione che i mezzi di comunicazione di massa producono tra famiglia tradizionale e forme alternative di unione, palesemente a favore delle seconde. Più che una carta deontologica in tutela delle comunità GLBT si dovrebbe pensare ad un comitato in difesa della famiglia, dileggiata, oltraggiata e rappresentata troppo spesso alla stregua di un retaggio ammuffito di un passato oscurantista.

Redazione

 

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