In occasione del quarantesimo anniversario della legge austriaca che di fatto legalizza l’aborto, se commesso nei primi tre mesi di gravidanza, i sostenitori pro life austriaci sono scesi in piazza numerosi, secondo LifeNews, per ricordare tutti i bambini che, grazie a questa devastante pratica omicida, non sono potuti nascere in questi ultimi quarant’anni.
Anche se una modifica all’attuale legge non sembra essere imminente, molti militanti pro life austriaci sperano che un maggiore attivismo possa fornire il giusto impulso per una più importante tutela giuridica del nascituro.
Organizzazioni come Human Life International Austria, Youth For Life, and Lebenskonferenz, da tempo sono presenti e attivi sulla rete per promuovere sempre di più nuove importanti questioni ProVita in Austria.
Nel Paese la cultura della morte si diffuse come un cancro nel 1970 quando il Partito Socialista, al governo con forti influenze marxiste (così come in Cile in questi ultimi mesi), mise in atto la sua ideologia materialista. Il 1° gennaio 1975, l’attuale legge austriaca sull’aborto entrò in vigore, mietendo da quel giorno milioni di vittime innocenti. L’aborto in Austria non è punibile quando la madre è sotto i 14 anni di età, il bambino è stato concepito da stupro o ha una possibile disabilità, oppure la madre rischia la sua salute mentale o fisica.
Una legge, quella sull’aborto, che ha provocato, negli anni seguenti, fortissime tensioni sociali e culturali fra prolife e abortisti. Da allora, il numero di aborti ogni anno è sempre molto alto, così come l’età media austriaca, in continua crescita. Ma nonostante questo e l’opposizione poco decisa dei vescovi austriaci, sempre più attivisti ProVita marciano e raccontano la verità riguardo le politiche e le pratiche della cultura pro morte. Il loro coraggio per ricordare ai cittadini che ogni vita umana è sacra dal concepimento alla morte naturale è sempre più vivo e forte.
Redazione