Con la Laogai Research Foudation Italia, nel 2008, abbiamo tradotto e pubblicato Cina, traffici di morte che denuncia e documenta la vendita degli organi dei condannati a morte gestita dalla dittatura cinese: una volta che cinicamente si considera quell’essere umano un “cadavere vivente”, perché non sfruttare economicamente il suo corpo invece di farlo marcire in una tomba? E, una volta presa l’abitudine, perché non scegliere la data, l’ora delle esecuzioni e - ahimè - anche il soggetto da condannare in base alla richiesta, per i trapianti, di fegato piuttosto che di reni o cuore? E, in nome dell’efficienza, perché non sostituire la fucilazione con l’iniezione “letale” e operare il tutto nei sotterranei delle cliniche dove ricchi pazienti, non solo cinesi, attendono l’organo in questione? E, dato che tanto il condannato deve morire, si può anche farlo morire perché non ha più i reni, invece di perdere tempo e denaro per iniettargli in corpo un veleno!
Questo crudele cinismo è possibile solo a chi considera le persone cose, quindi mezzi e non fini, e considera la vita umana un bene disponibile.
Detto ciò, ora al posto di “condannati a morte” mettete “bambini da abortire” e al posto di “dittatura cinese” mettete “democrazia occidentale”. E se leggerete l’articolo a p. 15 del numero di luglio - agosto della nostra Notizie ProVita & Famiglia saprete che questo succede anche in Italia.
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