Una primula, per dire sì alla vita. Si celebrerà domenica la 36ª Giornata per la Vita, quest’anno accompagnata dallo slogan “Generare futuro”.
Come tradizione, in quasi tutte le parrocchie della diocesi saranno distribuite da decine di volontari le “Primule della vita”: le offerte raccolte saranno devolute a sostegno delle attività dei Centri di aiuto alla vita (Cav), realtà che operano su tutto il territorio italiano per proporre un’alternativa all’aborto e sostenere tante mamme in difficoltà.
In provincia I Centri di aiuto alla vita sono operanti a Belluno, Feltre, Pieve di Cadore e in Alpago. Una realtà silenziosa, ma vivace, come dimostra il lavoro svolto nel 2013. Nell’anno appena concluso, il solo Centro di aiuto alla vita Onlus di Belluno, ad esempio, ha finanziato cinque progetti di adozione prenatale a distanza (Progetto Gemma), progetti che comportano un aiuto finanziario mensile fino ai 18 mesi del bambino per quelle mamme che, pur in difficoltà, rinunciano a ricorrere all’aborto. «Sono state assistite circa 60 mamme, per lo più straniere, alle quali sono state distribuite attrezzature per l’infanzia come carrozzine, passeggini e capi di vestiario», spiega Fernanda Viezzer, presidente del Cav di Belluno. «Ma abbiamo distribuito anche pannolini, latte in polvere, omogeneizzati. Traiamo i nostri finanziamenti da benefattori privati, gruppi di preghiera, banche, Banco alimentare e, naturalmente, dalla primule per la vita, l’iniziativa che celebreremo anche domenica».
Accanto all’attività di aiuto e assistenza dei Centri di aiuto alla vita, il Movimento per la Vita svolge anche un’azione culturale di sensibilizzazione e informazione sulle tematiche, di natura anche scientifica e giuridica, della dignità dell’embrione umano e della difesa della vita sin dal suo concepimento, criticando costantemente la mentalità prima ancora che la legislazione abortista, senza trascurare argomenti relativi alle più urgenti questioni di carattere bioetico.
Nel 2013 particolare impegno è stato posto nella raccolta di firme dell’ iniziativa “Uno di noi” per chiedere all’Unione europea di non finanziare più la ricerca distruttiva sugli embrioni umani. «Abbiamo superate le più rosee aspettative: quasi 2 milioni le firme in Europa, 631 mila quelle raccolte in Italia, di queste oltre 65 mila in Veneto», spiega Andrea Basile, coordinatore provinciale del Movimento per la vita. «La nostra provincia ha contribuito con oltre 2 mila firme, grazie alle decine di volontari che ci hanno dato una mano nel corso della raccolta».
Ilario Tancon
Fonte: Corriere delle Alpi