24/03/2025 di Giuliano Guzzo

Blocco della pubertà: un anno fa il Tavolo ministeriale. A che punto siamo oggi?

Un anno fa veniva istituita una Commissione interministeriale - dunque un tavolo tecnico - con il compito di revisionare le linee guida sul trattamento della disforia di genere sui minori, con particolare riferimento alla somministrazione della Triptorelina per bloccare il loro sviluppo puberale. Una decisione presa dopo che - a seguito di un’indagine del Ministero della Salute - emersero gravi criticità proprio nelle terapie di somministrazione della Triptorelina, in particolare all’Ospedale Careggi di Firenze, specializzato proprio in questo ambito. Oggi, tra anticipazioni e smentite dei risultati che si attendono, a che punto siamo?

La fuga di notizie e la smentita

Lo scorso 19 marzo proprio il Ministero della Salute, con una nota, ha fatto sapere che non è stata assunta «ancora nessuna decisione per quello che riguarda l'uso della triptorelina, il farmaco usato nel trattamento dell'incongruenza di genere, che blocca lo sviluppo puberale in attesa della decisione sul cambiamento di sesso», ma che «il tavolo di esperti è ancora al lavoro» e che «il parere sarà espresso ad aprile». Una nota informativa che ha voluto smentire una presunta fuga di notizie raccolta dal quotidiano La Repubblica, al quale “tre fonti” avrebbero fatto sapere che «gli esperti nominati dal governo» sarebbero orientati «verso l’ok alla triptorelina per i ragazzi in attesa di transizione». La smentita è inoltre arrivata dalla stessa Eugenia Roccella, che con un comunicato ha dichiarato che «le indiscrezioni di stampa relative al tavolo tecnico sulla disforia di genere nei minori, che e' ancora al lavoro, sono destituite di ogni fondamento». Uno scenario agghiacciante, quello di un eventuale ok al bloccante della pubertà, ma che appunto è stato - per ora  - smentito e per il quale si dovrà ancora aspettare. Dopo mesi di attesa, l’unica certezza è che un intervento quantomai urgente, trattandosi della salute di soggetti minori e fragili, non è ancora pervenuto. Un’ulteriore smentita è poi arrivata anche da Marina Terragni, da poco nominata Garante dell’Infanzia: «sulla triptorelina vale il parere del Comitato Nazionale per la Bioetica - ha puntualizzato Terragni sul suo profilo Facebook - solo all'interno di protocolli sperimentali, istituzione di un registro nazionale. Non c'è quindi nessun dietrofront come annunciato da Repubblica - ha precisato -, è poi invece vero che non sono più operative al Careggi di Firenze la psicologa e l'endocrinologa che prescrivevano il farmaco in mancanza del parere di un neuropsichiatra».

Ma perché è servita una Commissione?

Nell’auspicio, a questo punto, che il parere che sarà (o dovrebbe essere) rilasciato il mese prossimo non si dimostri l’inutile foglia di fico “preconizzata” da Repubblica, vale la pena ricordare come e perché era nata la Commissione per revisionare le linee guida sul trattamento della disforia di genere sui minori. Sì, perché l’iniziativa, voluta dai Ministri della Salute e della Famiglia, Orazio Schillaci e Eugenia Roccella, era stata avviata non a caso, bensì alla luce della riscontrata «disomogeneità con la quale i professionisti operano nel territorio nazionale e, conseguentemente» con «l’esigenza di disporre di linee di indirizzo che li supportino nel complesso percorso che va dalla diagnosi alle eventuali terapie dei pazienti disforici, perché giovani con disforia di genere, insieme alle loro famiglie, possano accedere al miglior supporto possibile, da parte del Servizio Sanitario Nazionale». Non solo. La notizia della costituzione di quel Tavolo, risalente esattamente a un anno fa, marzo 2024, era arrivata anche dopo le campagne di Pro Vita & Famiglia contro l’ideologia gender e la Carriera Alias nelle scuole e dopo le svariate denunce - del senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri e della stessa Onlus - dei punti oscuri sulla somministrazione proprio della Triptorelina all’Ospedale Careggi di Firenze. Infatti, proprio i Ministri della Salute e della Famiglia si erano attivati a seguito di un'ispezione ministeriale nel nosocomio fiorentino - dove vengono tuttora trattati minori con disforia di genere - con la quale erano emerse gravi criticità, tra cui l’omissione di adeguati accertamenti neuropsichiatrici prima dell’inizio della somministrazione della Triptorelina, per escludere patologie diverse dalla disforia di genere.

Le aspettative sulla Commissione

Insomma, sulla commissione per revisionare le linee guida sul trattamento della disforia di genere sui minori le aspettative c’erano e – in parte, appunto – ci sono ancora. Per cui, come si diceva in apertura, ben venga la notizia che il «parere sarà espresso ad aprile», anche se sarebbe stato meglio si procedesse con tempi molto più spediti. Ci auguriamo che l’esito di tanti e tali sforzi metta al centro l’esclusivo, superiore interesse del minore in una delle condizioni di più critica fragilità, perciò adottando quel metodo scientifico - e morale - di assoluta prudenza clinica oggi tradito dall’attuale, sbrigativo approccio “affermativo” promosso da un’ideologia fluida che, mentre promette la felicità a forza di iniezioni, non restituisce altro che confusione, danni alla salute e lacerante disperazione.

 

 

 

 

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