Il presidente eletto del Brasile vuole combattere “sessualizzazione” e “indottrinamento di sinistra” ai danni dell’educazione nelle scuole. «Per molto tempo le nostre istituzioni educative sono state formate su ideologie dannose che rovesciano i nostri valori e da persone che odiano la nostra bandiera e lo stesso inno nazionale», ha scritto Jair Bolsonaro dopo essere stato eletto presidente del Brasile. La dichiarazione su Twitter è stata accompagnata dal suo invito esplicito agli studenti di filmare i loro insegnanti e segnalare il presunto “indottrinamento di sinistra” e della “sessualizzazione” dei bambini in classe. Tutto è incorniciato in difesa di quella che si chiama Scuola apartitica, un progetto che si propone di porre il veto all’uso in aula della parola “genere” e “orientamento sessuale”, oltre alla ideologia sottostante.
«Questo problema non riguarda solo il Parlamento. È una questione brasiliana», dice Marcos Rogério, che presiede il comitato speciale della Camera dei Deputati, che dovrebbe discutere del progetto sulla eliminazione della ideologia gender e pro aborto nelle scuole brasiliane. L’educazione sarà una trincea strategica per il nuovo governo, all’interno dell’offensiva che ha guidato la sua vittoria alle urne. Evangelici e cattolici del Paese sono attivamente impegnati per questa depurazione dai piani educativi pubblici della ideologia gender e delle campagna pro aborto, principi introdotti dai governi federali di sinistra di Lula e Roussef nel quindicennio scorso.
Luca Volontè