26/08/2013

Breve favoletta ingenua (con buona pace dei dotti benpensanti)

Mmmmm … yawn … che succede? È già il momento di svegliarsi? Le acque qui cominciano ad agitarsi, anche se si tratta solo di lievi onde che mi accarezzano il corpo e muovono la fine peluria che lo ricopre facendomi provare un veloce brivido di piacere. Il ritmo del tu-tum che mi accompagna da sempre comincia ad accelerare un pochino ma è comunque così rilassante, così … dolce. Dolce come il gusto del liquido che a breve deglutirò e con la mia lingua potrò assaporare. La chiamano colazione, se ho sentito bene: latte e zucchero, pane e marmellata, … mmmm che squisitezza. Chissà di che colore è il latte: mi piacerebbe proprio saperlo. Adesso è così buio; non si vede nulla. Ma presto potrò vedere che colore hanno il latte e la marmellata.

Ed ecco qua, puntuali come sempre, questa voce, dolcissima, che accompagna un altrettanto tenero tamburellare; mi inviano vibrazioni positive e mi rendono felice di essere stato svegliato dopo un lungo, tranquillo sonno.

Beh, tranquillo sonno si fa per dire. Prima che le acque si calmassero c’è voluto un po’ di tempo e diverse posizioni: per qualche momento ho rotolato e fatto piroette (il che poi è anche divertente, tutto sommato) finché alla fine le acque si sono calmate ed è sceso il silenzio: chi mi porta dentro di sé deve aver trovato la posizione giusta e più confortevole. Dopo un po’ però, da lontano hanno iniziato a giungere fino a me le solite vibrazioni, più irregolari, un po’ fastidiose (mi pare di aver percepito che si chiama “russare”). Ho provato a “zittirle” tirando qualche calcetto di protesta, ma dopo un po’ ho rinunciato: le vibrazioni sono diventate regolari e mi sono assopito. Alla fine anche questo “russare” non è poi così spiacevole se riesce, a poco a poco, tranquillizzandomi con la sua ritmicità monotona, a farmi addormentare.

Qui dentro, se si esclude il fatto che è buio pesto e non vedo nulla, si sta bene. La temperatura è costantemente tiepida, il liquido che mi circonda proteggendomi dagli urti ha un sapore ogni giorno diverso. Suoni e rumori mi giungono attutiti ma chiari. Così chiari che sono già in grado di riconoscere ogni singola voce e provare un piacere immenso quando ne sento una in particolare, quella che più frequentemente si rivolge a me con espressioni dolcissime. Non vedo proprio l’ora di vedere com’è fatta questa voce, se è così bella alla vista così come lo è all’udito. E poi è così divertente fare le capriole, ciucciarsi il dito, ascoltare ogni vibrazione che mi giunge da vicino (quel tu-tum, tu-tum che sembra accelerare un pochino quando io tiro qualche calcio o qualche pugno per far sapere là fuori che sono contento o che sto scomodo perché qui lo spazio sembra progressivamente restringersi) o da più lontano.

Il fatto che lo spazio intorno a me si stia restringendo un po’ mi preoccupa se devo essere sincero: sono così esuberante e pieno di vita che come farò a stare fermo se lo spazio dovesse diminuire al punto da non permettermi più tanti movimenti? Mah, vedremo. Per ora me la godo.

C’è un’altra cosa che mi preoccupa un pochino. È qualcosa che ho sentito. All’inizio era soltanto un suono confuso. Le solite voci di sempre che però avevano un tono diverso dal solito, meno gioioso, direi … preoccupato. Poi ho iniziato a capire. Pare che là fuori vogliano eliminare le “mamme” e i “papà”. Anzi, per essere proprio sicuri che nessuno si offenda o si senta discriminato (mi pare si dica così) vogliono eliminare i generi maschile e femminile. Io ci capisco poco, ancora, ma mi sembra una cosa molto sciocca e anche triste.

A parte che io mi sto esercitando da settimane sulla parola “maaam-ma”. Sento che da là fuori quella voce dolce me la ripete tanto spesso ed io sto cercando di imprimerne il suono nella mia mente per essere pronto, appena potrò, a ripeterla con la mia piccola bocca. “Maaam-ma” … che suono dolcissimo. Mi dà già un piacere immenso pronunciarla nella mia mente; chissà che gioia proverà la mia mamma quando finalmente, balbettando, riuscirò a pronunciarla la prima volta e poi, ogni volta che la pronuncerò, che sia per dirle grazie per qualcosa o per chiederle un favore o semplicemente per dirle che le voglio bene.

Non che non abbia sentito anche tanti altri suoni e tante altre parole in queste settimane; ma il suono più bello e cui non riesco a non pensare sono queste due sillabe: “maaam-ma”. Mi sa che sarà la prima parola che sarò in grado di pronunciare. Insieme ad un’altra parola, anche questa facile facile, tenera tenera, anche questa di due sillabe: “paaa-pà”. Anche questa mi frulla in testa continuamente. All’inizio non avevo capito bene e credevo che “papà” fossero quelle vibrazioni irregolari, un po’ fastidiose all’inizio ma poi rassicuranti (quando io scalcio disturbato da questo suono, mamma pronuncia con tono di rimprovero la parola “papà” e sembra che a sua volta anche lei inizi a tirare qualche calcetto). Ora credo di avere capito che in realtà quelle vibrazioni sono “russare” e che “russare” è solo una caratteristica di papà, una delle tante, insieme per esempio al fatto che gli piace la musica e me la fa ascoltare descrivendomi con la sua voce calda suoni ed emozioni e aiutandomi a percepirne il ritmo con piccoli colpetti delle sue dita che dall’esterno giungono fino a me in questo liquido, come vibrazioni “solleticose”. Non vedo l’ora di vedere come è fatto un papà, il mio papà, di guardarlo negli occhi e, sorridendogli, di pronunciare il suo nome: “paaa-pà”!

Ma se ho capito bene, là fuori si sta parlando di una legge, cioè di qualcosa che impone delle azioni o delle omissioni a tutti, pena una punizione severa; una legge che bandisce le parole “mamma” e “papà” per sostituirle con l’unica parola “ge … ne …” … “ge … ni …” … “ge-ni … tore” mi pare. Ma che sciocchezza è?! Ma non è nemmeno che abbia un gran bel suono questa parola. E poi è difficile. E quando la imparo? E finchè non la imparo come faccio?

E poi, “maaam-ma” e “paaa-pà” sono le prime due paroline che sarò in grado di pronunciare (e che non vedo l’ora di pronunciare) e appena le pronuncerò mi metteranno in prigione per manifesta “omo … fo … qualcosa”?! E dovrò stare attento anche a “lallare”: se nei miei balbettii qualcuno dovesse percepire un tentativo di connotare come mamma e papà anziché come “genitore” coloro che mi staranno accanto potrei rischiare il linciaggio morale. E per caso vale la stessa cosa per “nonno” e “nonna”? E se avrò dei “fratellini” o delle “sorelline”? Aiutooooo!

Ma davvero vogliono che le parole più belle del mondo perdano completamente di significato anche per gli stessi genitori che non avranno più la gioia di essere evocati, in esclusiva, con queste due tenere, semplici, immediate, naturalissime paroline?!

Quella voce dolce che mi parla tutti i giorni dice che succederà come durante il regime fascista (non sarà per caso che anche quello cui stiamo andando incontro è una specie di “fascismo … di genere”?! io micca so cosa vuole dire, ma ne stanno discutendo mamma e papà) quando venivano tradotti tutti i nomi stranieri in Italiano; ora dovremo correggere titoli delle canzoni, testi delle poesie, storie scritte da autori famosi di tutti i tempi. Le parole “papá” e “mamma” dovranno essere trasformate in “genitore 1” e ”genitore 2”. Ma sono tutti matti per caso? Che senso ha?

E poi mi è parso che le cose stiano addirittura peggio di così. Pare che si vogliano eliminare completamente i generi maschile e femminile, in modo da non influenzare più nessuno in quella che, dicono, dev’essere un’acquisizione autonoma del proprio orientamento sessuale (che poi io micca capisco cos’è questa faccenda dell’orientamento sessuale in assenza di sessi definibili tali; mah, sarà che sono piccolo, magari i grandi sanno quello che dicono).

I colori rosa e celeste saranno banditi dalla tavolozza perché “sessisti”. Ci si potrà vestire solo con tutine gialle o verde chiaro, due colori “neutri” come “neutri” saranno i termini che si potranno usare per definire ogni cosa: non piú lui/lei, questo/questa. Sole e luna, il primo maschile e la seconda femminile, lasceranno spazio in cielo (anzi in ciel, perché il cielo non può essere maschile) a “sol” e “lun”. L’alba diventerà “alb” e il tramonto “tramont” (sempre che si decida di mantenere due parole comunque tradizionalmente di “genere” opposto, l’una femminile l’altra maschile, e che non si decida invece di sostituirle con le perifrasi “sorgere del sol” e “calare del sol”!). Ma ve la immaginate voi la canzone che ascolta sempre la mia “mamma”, “Alba chiara” trasformata in “Alb chiar” o in “Sorgere del sol chiar”?! Provate un po’ a cantarla!

Non si potrà più parlare di uomo o donna, né di bimbo o bimba ma di … di … Già, come si potrà indicare una differenza che, volenti o nolenti, nemmeno coloro che si prefiggono di eliminare i generi maschile e femminile potranno cancellare? Perché per “neutralizzare” i bambini basterà togliere loro una vocale e farli diventare tutti genericamente dei “bimb”; ma con un uomo e una donna come si farà? Boh!

Chissà poi perché certuni hanno così paura delle “diversità” da volerle eliminare. Cosa c’è di sbagliato o di male nell’essere uomo o donna, maschio o femmina, alba o tramonto? Io sono ancora piccolino e ci capisco davvero poco ma se è vero quello che dice la voce della mamma e cioè che ci sono bambini che avranno (ed alcuni già hanno) due “genitori” dello stesso sesso anziché un “papà” e una “mamma”, allora mi sa che saranno bimbi un po’ tristi. E mi dispiace tanto per loro. Perché è proprio nella diversità tra un papà e una mamma che c’è la più grande ricchezza che un bambino possa ricevere in dono dopo la vita stessa.

Mamma e papà, quando parlano tra loro, dicono che chi vuole queste cose strane parla di diritti … Beh, io ho diritto ad avere un papà e una mamma. O per caso i diritti sono solo quelli degli altri?

Io mi sento tanto fortunato: ho una mamma che mi coccola e mi sta insegnando a memorizzare il suo nome bellissimo ed un papà che mi culla col suo russare e mi fa ascoltare musica. E non vedo l’ora di conoscerli. E non vedo l’ora di chiamarli “maaam-ma” e “paaa-pà”. Io non so ancora cosa sono, se un bimbo o una bimba. Ma sono sicuro che vivendo accanto a mamma e a papà sarò in grado, anche col loro aiuto, di scoprirlo. E credo che per me sarà più facile che per i bimbi che hanno due genitori dello stesso sesso.

Mmmmm … Ecco che arriva al mio piccolo palato quel dolce aroma di latte e zucchero e di pane con la marmellata. Mentre lo deglutisco e la mia linguetta piccola piccola ne assapora il gusto mi permetto ancora qualche capriola (meglio divertirsi finché c’è spazio) al ritmo di “maaam-ma … paaa-pà … maaam-ma … paaa-pà … maaam-ma … paaa-pà …” (ne approfitto prima che venga proibito anche a noi feti di pronunciare queste due meravigliose paroline musicali).

😉

del dott. Stefano Bruni – Pediatra –

banner loscriptorium

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.