In Canada i ‘Crisis Pregnancy Centres’, centri di accompagnamento alla maternità e anti aborto, lottano per rimanere aperti dopo che il primo ministro Justin Trudeau ha deciso di revocare loro lo status di ente caritatevole.
Trudeau ha inviato una lettera al ministro delle finanze Chrystia Freeland già a dicembre 2021, evidenziando una direttiva per «introdurre emendamenti alla legge sull'imposta sul reddito per rendere ineleggibili allo status di enti di beneficenza le organizzazioni anti-aborto che forniscono consulenza – secondo il governo (ndr) - ‘disonesta’ alle donne incinte».
Prima delle elezioni dell'anno scorso, Trudeau e il Partito Liberale avevano presentato un documento chiamato ‘Forward. For everyone’, che delineava la piattaforma del partito. In esso, a pagina 4, si indicavano direttamente i ‘Crisis Pregnancy Centres’ come fornitori di consulenza disonesta, perché erano pro life e sostenevano la maternità difficile.
Il direttore del CPC Winnipeg, Juergen Severloh, ha risposto affermando che l'onestà e l'integrità sono sempre state in primo piano in tutto ciò che il centro fa. Severloh ha chiarito che quando una donna che affronta una crisi con la sua gravidanza si rivolge ai loro Centri viene informata su tutti i dettagli e le conseguenze, con la massima onestà e trasparenza. «Deve firmare una liberatoria – ha spiegato - perché vogliamo che sappia che diamo valore alle persone, che hanno così piena autonomia, possono fare ciò che vogliono e non sono obbligate a nulla».
Il Crisis Pregnancy Centre di Winnipeg è attivo dall'inizio degli anni '80, e lavora per fornire un supporto "interamente inclusivo" alle donne che vogliono aiuto con le loro gravidanze. «La verità sulla gravidanza, la verità sullo sviluppo del bambino nell'utero, la verità sull'aborto è di per sé significativa. Non c'è bisogno di fingere su di essa perché ha già abbastanza presa emotivamente, intellettualmente, per far capire che questa è una decisione importante che si sta prendendo».
Revocare lo status di ente caritatevole non significa solo che come ente di beneficenza il CPCW non sarà più in grado di emettere ricevute fiscali, ma significa anche che tutti i beni dell'ente, la sede, le proprietà e il denaro delle donazioni saranno persi e requisiti dallo Stato. «Questo è vero – ha spiegato Severloh - per i nostri CPC e sarà vero per qualsiasi altro ente caritatevole pro life del paese che avrà il suo status revocato».
Il Canada è uno dei sette paesi al mondo che permettono l'aborto libero dopo le 20 settimane di gestazione. Gli altri paesi includono Cina, Paesi Bassi, Corea del Nord, Singapore, Stati Uniti e Vietnam. Il governo di Trudeau, dunque, sembra essere tutto, tranne che davvero “liberale” e democratico.