09/04/2014

Canada e la “dolce morte”

Tra i gruppi che sostengono il “morire con dignità”, sostenuti da molti dei nostri media, ora c’è anche l’Associzione Canadese delle Infermiere.

 Jean Echlin è un’infermiera consulente in cure palliative e gerontologia, oltre che professore associato aggiunto della facoltà di Infermieristica dell’università di Windsor. Ha scritto su  alexschadenberg.blogs un posto in cui si è detta gravemente sconvolta e delusa dalla notizia. 

Intanto il Parlamento del  Quebec  ha cercato di far passare l’eutanasia attraverso la “legge52”, assimilandola alle cure palliative in ospedale. La legge prevede che alcuni dottori possano “specializzarsi” nell’esercitare l’eutanasia. Molti medici del Quebec hanno risposto “no”. La legge-52 è letale e fornisce terreno fertile per degli abusi. Non c’è protezione per i soggetti vulnerabili. Al momento la proposta di legge è  congelata in attesa che si svolgano le elezioni per il rinnovo del Parlamento del Quebec.

Ha scritto la Echlin: “Invece di riconoscere i progressi che sono stati fatti dagli specialisti di cure palliative  ospedaliere nella gestione della sofferenza e dei sintomi che ne sono la causa, vogliono uccidere o lasciare che si facciano uccidere,  in nome della cosiddetta autonomia che esige il “voglio quello che voglio quando lo voglio”.

Smetteremo di insegnare le cure palliative ospedaliere e la gestione della sofferenza per ogni tipo di dolore – fisico, emotivo, spirituale/esistenziale- alle nostre infermiere e agli studenti di medicina. Non forniremo più fondi per l’eccellenza nella cura del fine vita.  I Canadesi non sanno più  cosa è e cosa può essere disponibile e di cosa non si può disporre durante il pericolo di vita o la malattia terminale.

Potete immaginare un professore insegnare a studenti di infermieristica come fare una iniezione letale? Come possono essere gestiti un attacco, il soffocamento, il vomito e la non morte come effetti collaterali?

Potete immaginare un’infermiera o un dottore entrare in una stanza del paziente con una siringa piena di droghe per uccidere? Potete visualizzare l’immagine di chi mettere un “sacchetto di uscita” sopra alla testa di una persona cara e lo tiene lì stringendo anche se la persona si dibatte? E se l’iniezione letale arriva verso di voi senza la vostra conoscenza o il vostro consenso?

Non c’è alcuna teoria o contesto che autorizza le infermiere a togliere deliberatamente la vita degli individui che esse dovrebbero sentirsi onorate di curare. L’eutanasia e il suicidio assistito non sono nel nostro mandato e, in effetti, sono la più grande e più maligna forma di abuso, violenza e comportamento non etico.

Può la morte essere neutralizzata trasformando le parole eutanasia o suicidio assistito in “aiuto a morire”? Tutti noi abbiamo bisogno e vogliamo cure/aiuto/assistenza quando stiamo per morire. Negarlo è assurdo. Quando la morte arriva per induzione, nessuna parola può addolcire i fatti”.

Francesca Bonsanto

 

Blu Dental

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