Il periodo scolastico è un’esperienza unica nella vita di un essere umano. E il mondo della scuola è sempre stato un terreno sdrucciolevole, complesso e particolarmente delicato.
Perché non si tratta di oggetti, di computer, di automobili o di semplici relazioni tra adulti. Ma di esseri umani ancora in formazione, nel momento topico e irripetibile della loro costruzione di sé (6-18 anni). Un’età che va assecondata, favorita, aiutata e sostenuta dall’alto, con delle modalità e degli strumenti sempre in via di perfezionamento e di nuova rielaborazione.
A tutto questo, da vari anni si è unito il rischio, non virtuale, di una cattiva formazione e di pericolose e nefaste influenze. Per non parlare di indottrinamento vero e proprio, circa gli aspetti più intimi della persona: la famiglia, la sessualità, la vita umana, i rischi non aleatori di devianze, e così via.
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Anche se la scuola italiana ha preso inizio da oltre un mese, c’è sempre tempo per i genitori di rendersi attivi e protagonisti nell’educazione dei loro figli. Affiancando la scuola in tutti i modi previsti dalla legge.
In tal senso Pro Vita & Famiglia ha predisposto da tempo un utile Vademecum che spiega in lungo e in largo i diritti e i doveri delle famiglie nella loro collaborazione educativa con la scuola, dalla materna sino alla maturità.
Per non ripetere quanto detto in modo abbastanza esaustivo in quel dossier di oltre 50 pagine, vorremmo sottolineare in questa sede la necessità, accresciutasi a dismisura negli ultimi anni, dell’attento controllo dei genitori sulle attività scolastiche, para-scolastiche e perfino extra-scolastiche dei loro figli.
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I papà e le mamme più sensibili alle problematiche educative attuali, in rapporto per esempio alle teorie anti-scientifiche del gender, e cosci che molto spesso dietro la lotta al bullismo e ad ipotetiche fobie si nasconde una visione sballata e falsata della sessualità, devono essere il più possibili interni alla scuola. E non restare passivi e muti spettatori, delegando allo Stato la formazione dei loro figli.
In tal senso, in moltissime scuole della penisola ancora si devono tenere le elezioni degli organi collegiali (OO.CC.) ovvero degli organismi di governo e di gestione delle attività scolastiche a livello territoriale e di ogni singolo istituto.
Secondo le normative vigenti, gli «Organi collegiali della scuola, che - se si esclude il Collegio dei Docenti - prevedono sempre la rappresentanza dei genitori, sono tra gli strumenti che possono garantire sia il libero confronto fra tutte le componenti scolastiche sia il raccordo tra scuola e territorio». Libero confronto che non vuol dire accondiscendenza e subalternità dei genitori rispetto al patto formativo proposto da ogni singolo istituto.
Quindi, ricapitolando, più il genitore è conscio del valore dell’educazione – ma anche dei suoi rischi, oggi in vistoso aumento – e più è chiamato responsabilmente ad accedere, secondo le proprie possibilità e le regole di legge, alle varie istanze di governo e di controllo: il consiglio di intersezione (materna), il consiglio di interclasse (primaria), il consiglio di classe e il consiglio di istituto (o di Circolo), alle scuole secondarie.
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La presenza di genitori motivati e attenti, e consapevoli che si matura una sola volta nella vita e che l’educazione non è un gioco, sarà la migliore garanzia del normale svolgimento dell’attività formativa ed educativa della scuola.