«L'Ufficio Scolastico Regionale del Lazio si è prodotto in una inaccettabile apertura sulla questione relativa all'identità di genere. Quello che si configurava come un semplice webinar, tra l'altro promosso da associazioni che hanno una smaccata connotazione politica, è stato trasformato in un evento-faro per tutti gli istituti del territorio, una sorta di base di riferimento da cui partire per poi magari declinare il tema con sfumature ancora più oltranziste. Un modo di agire che ha giustamente sollevato le proteste di dirigenti scolastici, insegnanti e famiglie e che, come Lega, non possiamo che stigmatizzare».
E’ la dichiarazione di Rossano Sasso, sottosegretario del ministero dell'Istruzione, in risposta alle linee guida pro-gender e pro-fluidità di genere promosse dalla Regione Lazio per le scuole di ogni ordine e grado. «Ho personalmente informato i massimi vertici del ministero dell'Istruzione sulla condotta dell'USR del Lazio – ha affermato Sasso - tra l'altro sottolineando come si sia agito in esplicita violazione di una circolare del 2015 dello stesso Ministero: in quel documento si ribadisce come le ideologie gender non rientrino tra le conoscenze sui diritti e i doveri dei cittadini da trasmettere agli studenti e siano da considerare pratiche estranee al mondo educativo. Il Ministero, quindi, ha già stabilito che le teorie sull'identità di genere non devono essere confuse con insegnamenti sacrosanti come il rispetto di tutte le persone, il rifiuto di qualsiasi forma di discriminazione e il contrasto a ogni tipo di violenza e bullismo. Bambini e ragazzi – ha concluso il Sottosegretario - vanno accompagnati con amore e rispetto nell'educazione e nella formazione, non trasformati in bersagli della propaganda politica».
Fonte: Ansa