Gli uomini a volte riescono ad essere inesorabili come il fato: Charlie è stato trasferito nell’hospice dove avevano promesso di “estubarlo” e così hanno fatto. Gli hanno tolto il respiratore e il bambino è soffocato.
L’hanno ucciso.
Charlie avrebbe avuto una vita breve, ma ancora poteva godere per un po’ dell’amore dei suoi cari. Ancora poteva – con la sua piccola, silenziosa, presenza – interrogare i nostri cuori e le nostre menti sul senso della vita e della morte.
Sulla dignità della vita e della morte.
Charlie dava fastidio a chi vuol credere e vuol far credere che la vita è solo piacere, godimento, denaro.
Charlie dava fastidio a chi vuol anestetizzare le coscienze per rendere le persone docili e mansuete come pecore: due videogiochi, un campionto di calcio, tanto sesso e soprattutto telefonini, automobili, viaggi ... a costo di indebitarsi, a costo di non far figli...
Ora hanno messo a tacere Charlie. L’hanno soffocato, sperano che presto sarà dimenticato.
Sta a noi tenerlo vivo nel ricordo, sempre, perché una vita così piccola e menomata è stata più utile della vita di tanti che stasera affolleranno le discoteche delle riviere alla ricerca dello sballo per stordirsi, con la musica , l’alcol e un po’ di droga per non pensare che presto o tardi il sipario calerà per tutti.
A Dio, Charlie. Veglia su mamma e papà e confortali. Veglia su tutti i piccoli, i malati i deboli, che non finiscano come te nel tritacarne di quella che ancora si ha il coraggio di chiamare “democrazia occidentale”.
La Redazione di ProVita
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