14/07/2017

Charlie – Sintesi dell’udienza di giovedì 13 luglio

Ieri si è tenuto un nuovo appuntamento della vicenda del piccolo Charlie Gard.

Presenti all’udienza, svoltasi nell’aula numero 50 delle Royal High Courts: Grant Armstrong, legale di Chris e Connie; Victoria Butler-Cole, legale del tutore che rappresenta gli interessi di Charlie (nota per essere la fiduciaria dell’organizzazione “Compassion in Dying” e sostenitrice del fatto che a Charlie va tolta la ventilazione); Katie Gollop, legale del Great Ormond Street Hospital; Nicholas Francis, il giudice e naturalmente i genitori del piccolo, comprensibilmente tesi e stanchi.

L’udienza è stata surreale: sia per il palpabile clima di tensione, sia per le cose che sono state dette, quasi al limite della ragionevolezza e dell’umanità.

Iniziata alle 11.30 ora italiana, la prima parte dell’udienza è stata contraddistinta da un serrato dibattito sulla grandezza del cranio di Charlie. Questo aspetto è infatti tenuto in massima considerazione dal giudice, in quanto dovrebbe indicare se ci sono danni cerebrali (in tal caso la misura sarebbe rimasta invariata) oppure se il piccolo “sta bene”. Una vita, quella di Charlie, attaccata alla misura della sua circonferenza cranica...

Pensare ai giovanissimi Connie e Chris, ridotti a dover discutere di un dato così tecnico (la misura data dalla mamma variava di 2cm rispetto a quella del GOSH, pare) pur di salvare la vita del loro bambino, che non viene valutato degno di vivere in quanto persona, ma che deve dimostrare di non essere “un peso” in più per la società.

Di fronte a questo disquisire, il giudice dichiara che probabilmente una decisione non verrà presa in giornata e chiede che venga fatta un’ulteriore misurazione, da una terza parte. Chris e Connie, poco prima della pausa pranzo, escono visibilmente arrabbiati dall’aula dell’udienza: rimane a presenziare solo l’ormai famoso peluche di Charlie.

Nel pomeriggio, giudice e avvocati si riuniscono nuovamente alle 15, ora italiana. È il momento del collegamento video con un neurologo americano, del quale non viene reso noto il nome.

Il testimone afferma che non è possibile guarire la malattia, ma afferma di essere abbastanza fiducioso nel fatto le nuove terapie potrebbero avere un successo “clinicamente significativo” di circa il 10% su Charlie, il che rappresenta una novità rispetto alla documentazione fornita ad aprile. È vero che le prove sono state fatte finora su una patologia mitocondriale (TK2) diversa da quella che ha colpito Charlie (RRM2B), ma ritiene che ci sia «abbastanza somiglianza».

Il testimone, dopo aver consigliato ripetutamente di chiedere il consulto di altri esperti, si rende anche disponibile ad andare lui stesso a Londra. Tuttavia, l’esame clinico non necessariamente lo aiuterebbe ad accertare quanta funzione cerebrale sia reversibile: sostiene quindi che l’unico modo per accertare quanta disfunzione cerebrale sia recuperabile è quello di tentare la terapia. I genitori di Charlie approvano questa affermazione.

A questo punto si accenna al fatto che il personale del GOSH è stato soggetto a vili attacchi. Affermazione forse anche vera, ma che poco interessa la causa e che pare solamente svelare ancora una volta gli intenti mortiferi della corte...

Ci si riaggiorna oggi alle 14 ora inglese, le 15 in Italia, per una seduta interlocutoria in cui si fisserà una prossima riunione multidisciplinare che avrà luogo, secondo il giudice Nicholas Francis, «nel giro di giorni».

E ancora una volta è venerdì... la salita al Calvario continua.

Teresa Moro


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