20/03/2015

Chissà se anche tu paghi la propaganda LGBT...

Torinesi, TriestiniLaziali; e poi a Milano, ad Arezzo... e chissà quanti altri contribuenti italiani pagano di tasca propria per la propaganda LGBT. Certamente anche i Bolognesi (e gli altri Emiliani).

Lo dice anche il Corriere della Sera, un giornalone laico e politicamente corretto.

Infatti il “circolo culturale” Il Cassero di Bologna, che tiene lezioni nelle nostre scuole, che fa “arte” (lo dice Luxuria: si può criticare, ma è arte) organizzando eventi porno-blasfemi, svolge tutte queste sue attività con sostanziosi contributi pubblici, comunali e regionali.

La sede di oltre 500 mq è gratis (potrebbe fruttare circa 50 mila euro l’anno, al Comune) e, mentre negli ultimi anni i fondi per la cultura concessi dal Comune di Bologna sono sempre stati tagliati e limati, i contributi concessi al Cassero per il festival Gender Bender sono aumentati del 150% da un anno all’altro.

Insomma, dice il Corriere, “il Cassero, negli anni, ha goduto di un trattamento di tutto rispetto da parte di Palazzo d’Accursio. Basti pensare che fino a tre anni fa, oltre a occupare a titolo gratuito i locali della Salara, il circolo Arcigay poteva contare sulle casse comunali per pagare metà delle proprie utenze. Bollette di acqua, luce e gas per sostenere le iniziative sociali del circolo, ma anche per alimentare le luci stroboscopiche e i laser che animano serate danzanti tra le più trendy della città. Accompagnate da birre e cocktail a prezzi tutt’altro che calmierati”. Poi sono stati dei Consiglieri dell’opposizione a minacciare un ricorso alla Corte dei Conti e il Sindaco ha rinunciato.

“Il bilancio del circolo Arcigay è comunque in utile (circa 58 mila euro) – continua il Corsera – Un rendiconto simile a quello di una piccola azienda: 364 mila euro di spese per il personale e 459 mila per i collaboratori. A cui si aggiungono però 35 mila euro di contributi da privati e altri 139 mila euro di contributi pubblici. Perché oltre alla concessione a titolo gratuito della Salara, il Cassero può contare da sempre su contributi degli enti locali, che si sommano agli incassi di serate come quella di venerdì scorso. Il 23 dicembre del 2013, per esempio, la giunta Errani ha riconosciuto all’Arcigay bolognese un contributo di 9 mila euro per un progetto finalizzato a «creare rete per fare formazione sulle tematiche lgbt nei contesti dell’immigrazione». L’anno scorso invece, con un progetto per «rafforzare la rete dei volontari per favorire l’inclusione e la diffusione della cultura delle differenze» l’associazione si è aggiudicata da viale Aldo Moro un contributo di oltre 16 mila euro“.

Bludental

E poi: nel 2013, 5 mila euro per il progetto «educare alle differenze», per il festival Gender Bender 10 mila euro, che l’anno scorso sono diventati 25 mila; altri 5 mila euro, invece, sono stati liquidati a gennaio per le iniziative del Cassero inserite nell’ultimo cartellone estivo di “Bé”.

Certamente le associazioni LGBT e chi le finanzia non soffrono per la crisi economica come i bilanci delle famiglie italiane. Beati loro!

Redazione

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