Tante volte sono i piccoli fatti della cronaca a darci la migliore idea della crisi antropologica spaventosa che stiamo vivendo. Specie quando riguardano i minorenni, danneggiati, sedotti, plagiati da adulti senza scrupoli.
Così, Leggo ha riportato, con vari articoli a firma di Lorena Loiacono, la vicenda choc della distribuzione di preservativi e cartine, che oggi indicano sia sigarette che spinelli, a bambini ed adolescenti della Capitale.
Ebbene sì, avete capito bene. In pieno centro di Roma, davanti alla scuola media Col di Lana, nel quartiere Prati, una colorata mascotte ha distribuito un misterioso kit ai ragazzini, ovviamente incuriositi e divertiti dall’inattesa novità.
Ma il kit, offerto per pubblicizzare un fast food, chiamato Kebhouze (e riconducibile al noto personaggio e influencer Ginaluca Vacchi) conteneva filtri e cartine, fiammiferi e preservativi, il tutto condito da frasi volgari e inadatte e con palesi doppi sensi a sfondo sessuale, come per esempio: «patatina gratis».
Ora il fumo nuoce alla salute ed è una delle prime cause di morte nel mondo, tanto che la politica si impegna – e fa bene – insistendo su campagne anti-fumo, nelle scuole, nelle piazze e ovunque. Sulla droga, leggera o meno, ci sarebbe poco da dire, per quanto sia palese la sua gravità e pericolosità. E quel poco lo ha appena ricordato all’Onu il sottosegretario Alfredo Mantovano. Il quale, dopo anni di coraggiosa lotta anti legalizzazione, ha ribadito un concetto-slogan che ci piacerebbe vedere in giro su manifesti e cartelloni: “Non esistono droghe leggere”.
E sui preservativi che dire? Molti tacciono, per paura di sembrare moralisti, l’accusa che tutti vogliono evitare, perché oggi appare di somma gravità. No, il gentile “dono” del preservativo ai bambini delle medie (10-13 anni) non è accettabile. Anzi è scandaloso, gravissimo e andrebbe sanzionato chi lo ha organizzato e messo in atto. Un’intenzione esplicita, il vil guadagno, non cancella l’ambiguità di fondo di un gesto persuasivo e perverso e soprattutto pericoloso se pensiamo alla costante e imperante iper-sessualizzazione che investe soprattutto i minori.
Giustificata quindi la rabbia dei genitori, riportata da Leggo. «Assurdo, sono sdegnato - denuncia il padre di una studentessa della scuola di via Col di Lana. Credo davvero – aggiunge - che sia stato superato ogni limite».
Per un altro genitore, «non si può distribuire a dei ragazzini materiale per fumare o preservativi: sono troppo piccoli. È inaccettabile: io non sono un bacchettone ma davvero abbiamo superato ogni limite».
Un caso choc, dunque, che però non deve rimanere un’indignazione isolata perché rappresenta un campanello d’allarme importante. Sempre più spesso, infatti, assistiamo ad un continuo martellamento ideologico e basato sulla componente sessuale. Già le scuole, al loro interno, sono bombardate da istanze gender, propaganda Lgbtqia+ e indottrinamento sessualmente esplicito, che vorrebbe una sessualità fluida e libera, aperta per tutti e in qualsiasi contesto. Pensiamo anche, per citare qualche esempio, al pansessualismo senza limiti, all’abbassamento del consenso legale, al poliamore vissuto da questa o quella star, al superamento della biologia. Ci chiediamo, in conclusione, quanto ci metteranno i fautori di queste ideologie – e in parte lo stanno già facendo – a far entrare nelle scuole cartine e preservativi per tutti?