I genitori di Charlie Gard oggi tornano in tribunale per un’udienza che potrebbe decidere il futuro del loro bambino.
L’audizione comincerà alle 14:00 e durerà due giorni.
Il padre e la madre di Charlie si sono dichiarati sconvolti anche per l’ondata di critiche che hanno subito quando il GOSH (Great Ormond Street Hospital, per chi ancora non lo sapesse) ha denunciato alla polizia che alcuni dipendenti dell’ospedale hanno ricevuto delle minacce e che i genitori di altri bambini loro pazienti sono stati “molestati”.
La cosa è stata aspramente condannata dai genitori di Charlie che hanno definito “disgustoso” il fatto che i medici abbiano ricevuto minacce di morte.
E’ grave che si scateni una qualsivoglia reazione violenta nei confronti di chicchessia, e quindi anche nei confronti dei medici del GOSH. E’ ancor più grave che i genitori di Charlie vengano considerati responsabili della reazione scomposta di altre persone di fronte alla loro dolorosa vicenda. I facinorosi, che forse pensano di “fare giustizia”, in realtà fanno il gioco delle istituzioni che essi stessi vorrebbero combattere dando loro il pretesto per pretendere “per ragioni di ordine pubblico” la censura mediatica (ulteriore a quella che già esiste) su casi gravi come quello di Charlie.
E’ in gioco, infatti, la libertà dei cittadini e il diritto alla vita dei più deboli rispetto allo stato totalitario che pretende di decidere per legge chi deve morire e quando. Il sistema orwelliano che si è andato instaurando nei paesi sedicenti democratici, va combattuto innanzitutto con l’informazione trasparente e il pubblico dibattito, affinché l’opinione pubblica si formi in piena libertà critica. Solo così, si può sperare di invertire la deriva totalitaria e, finché esiste la libertà di suffragio, i cittadini potranno scegliere dei governanti migliori che li rappresentino degnamente sulle questioni etiche: esse sono fondamentali e pregiudiziali alle questioni politiche. Il caso di Charlie lo dimostra.
Ma soprattutto, è in gioco la vita di un bambino innocente.
Il consulto con il prof. Hirano e gli altri intervenuti per esaminare il caso di Charlie avvenuto la scorsa settimana sembra non aver convinto i medici del GOSH. E il giudice Francis, dal suo canto, ha avvertito che esaminerà solo ciò che è effettivamente “nuovo materiale” nel caso.
Non abbiamo motivi concreti per sperare che la macchina di morte che è stata miracolosamente inceppata fino ad ora si fermi del tutto.
Resta per chi crede ancora la preghiera: il piccolo Charlie è stato finora il condottiero di un’armata pacifica per la vita e per la libertà che il mondo non può più ignorare. Preghiamo con rinnovata insistenza che la Volontà divina sia che le sue condizioni di salute possano migliorare.
E se invece fosse giunta l’ora per il piccolo combattente di deporre le armi, preghiamo che possa farlo tra le braccia della mamma, a casa sua, in modo naturale, senza che debba soffocare ad opera di mani assassine mascherate di finta pietà.
Francesca Romana Poleggi
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