Il grande spettacolo dell'”umanità”: ecco messa in scena la cultura gender con tutte le sue tappe evolutive, promossa da Istituzioni comunitarie ed internazionali, dalle associazioni che ci troviamo sotto casa o da quelle a cui affidiamo la nostra dichiarazione dei redditi. Fino al alcune associazioni di sedicenti cristiani...
Proponiamo un sunto dei passaggi fondamentali che hanno portato la situazione ai livelli attuali.
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Fino al 1990 nei documenti dell’Organizzazione delle Nazioni Unite si era molto attenti ad eliminare qualsiasi forma di discriminazione femminile, ma con gli anni ’90 la priorità è stata data all’ideologia del gender. In un opuscolo dell’agenzia INSTRAW (Istituto Internazionale di Ricerca sull’Avanzamento delle Donne) dal titolo “Gender Concepts”, il gender è stato definito come un insieme di relazioni tra donna e uomo che non sono dettate dalla biologia ma che dipendono dal contesto sociale, politico ed economico.
Oggi l’ideologia del gender fa parte di molte organizzazioni ed è diffusa in molti settori della vita sociale globale, in seguito a sostenitori come:
1) Le seguenti conferenze ONU:
– Conferenza ONU al Cairo del 1994, dal tema: “I problemi dell’umanità” – vengono decisi i criteri riguardanti la salute riproduttiva.
– Conferenza ONU a Pechino del 1995, dal tema: “La donna” – viene introdotto il concetto di
“gender” per l’identificazione sessuale culturale, e come nuova norma socio–economicopolitica,
sostenendo il modello della cultura moderna mono-sessuale e promuovendo l’assoluta libertà di scelta dell’orientamento sessuale.
2)IPPF (International Planned Parenthood Federation) – associazione molto impegnata nella promozione dell’“amore libero”, dei mezzi contraccettivi, dell’aborto e delle inseminazioni in vitro. Questo gruppo ha emesso la Carta dei Diritti Sessuali e Riproduttivi, mettendo in discussione numerosi documenti in vigore riguardanti i diritti umani. Lo scopo è di monitorare i governi per introdurre la nuova ideologia nelle strutture sociali e legislative. Uno degli esempi del suo successo è il protocollo Maputo (2003) adottato dall’Unione Africana, che elenca numerosi diritti delle donne, ma sostiene anche la piena accessibilità all’aborto garantito dalle istituzioni.
L’IPPF, impegnata in 172 Paesi con milioni di volontari e 30 mila persone che ricoprono importanti
ruoli direttivi, è sponsorizzata dalle lobby degli omosessuali, e dalle aziende legate alla produzione di mezzi anticoncezionali e abortivi. Dal 1999 tale federazione gode dello statuto di organizzazione consigliera al Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite. Negli anni 2004 – 2010 l’organizzazione è stata finanziata (con lo scopo di pubblicizzare i loro prodotti) dalla ditta G. R., produttore di farmaci per l’aborto chimico, e dall’IPAS, che fabbrica strumenti clinici per l’aborto.
3) Il gender mainstreaming – Secondo tale concezione, il ruolo degli uomini e delle donne deve essere uguale in tutti gli aspetti sociali, economici e politici.
l concetto di “mainstreaming di genere” fu proposto per la prima volta nel 1985, in occasione della terza Conferenza mondiale sulle donne svoltasi a Nairobi. L’idea è stata preparata nella comunità di sviluppo dell’ONU e formalmente presentata nel 1995 a Pechino alla quarta Conferenza mondiale sulle donne.
E’ diventato un modo moderno di gestione dei vari settori della vita, con corsi che educano a questa cultura (compresi quelli universitari), usando un linguaggio adatto ed un approccio politico ed economico conforme.
4) Social Watch – guida le decisioni governative legate, tra tante altre questioni, alla equità di genere. Il Social Watch è stato fondato nel 1995 come luogo d’incontro per tutte le organizzazioni non governative impegnate nelle problematiche sociali e nella lotta contro la discriminazione di genere, per promuovere politiche che trasformino in realtà i progetti delle Nazioni Unite e per ricordare ai governi gli impegni assunti. Fanno parte del Social Watch Italia: ACLI, Amnesty International, ARCI, CRBM, FCRE, Lunaria, ManiTese, OxfamItalia, Sbilanciamoci, WWF.
ormai operante in 60 Paesi, monitora e
5) Catholics for Choice (Choice = Scelta), CFC – organizzazione americana fondata nel 1973 con lo scopo di esprimere la voce dei cattolici che credono nel diritto morale delle donne di seguire la propria coscienza riguardo la sessualità e la salute riproduttiva. Sorge nei tempi in cui la Corte Suprema degli USA si occupava del diritto all’aborto anche in assenza di problemi di salute della donna, del feto e di ogni altra circostanza che non fosse la libera scelta della donna (famoso processo Roe contro Wade). Secondo i fondatori di Catholics for Choice, i vescovi cattolici non rapp“Condoms4Life”, che voleva “illuminare” la società chiarendo che usare il preservativo è “una scelta in favore della vita”.
resentano tutti i cattolici riguardo le loro opinioni sull’aborto. Il suo primo presidente (fino al 1979) fu Joseph O’Rourke, allontanato nel 1974 dalla comunità dei Gesuiti e ridotto allo stato laicale. Attualmente l’organizzazione è guidata da John O’Brien. Inizialmente funzionava solo sul territorio degli USA, ma gradualmente si è diffusa nel mondo, soprattutto nei Paesi dell’America del Sud e in Africa. CFC stampa la rivista “Conscience”, e collabora con la Federazione Umanitaria Europea. In Europa i movimenti analoghi sono: Noi siamo Chiesa – in Austria; La Chiesa dal basso – in Germania; Golias – in Francia. Una delle iniziative più conosciute fu
6) New queer cinema, queer new wave – nato negli anni ’90, è caratterizzato da un diretto collegamento con LGBT (Lesbians, Gays, Bisexuals, Transgenders), e non presenta caratteristiche ben precise, ma promuove i nuovi linguaggi e la revisione dei generi tradizionali, per rappresentare l’omosessualità senza alcun tipo di tabù, dando un’immagine positiva di gay e lesbiche.
Fonte: Blog MammaPapaNonGenitore1