25/08/2018

Coraggiosa (ma non troppo) sentenza pro-life negli USA

Una sentenza importante è stata emessa il 22 agosto negli USA, precisamente nello Stato dell’Alabama. La Corte d’Appello dell’undicesimo Distretto, in West Alabama Women’s Center vs Thomas Miller, ha criticato duramente il principio stesso dell’aborto legale introdotto dalla Corte Suprema. Il provvedimento  del giudice Ed Carnes esordisce dicendo che considerare l’aborto un diritto costituzionalmente protetto è un’aberrazione. La causa verteva sulla  messa in discussione della legge dell’Alabama che vieta l’aborto per smembramento (D&E).

L’associazione Liberty Counsel ha presentato una memoria per conto dell’American Association of Pro-Life Obstetricians and Gynecologists e dell’American College of Pediatricians, in difesa di questa legge, sull’evidenza medica della capacità del nascituro di provare dolore intenso già da otto settimane di gestazione. A riguardo i giudici hanno dichiarato nella sentenza: «Ai sensi della normativa, è necessario che chi esegue l’aborto uccida il bambino, prima di squartargli il corpo durante l’estrazione. [omissis] Uccidere un bambino non ancora nato e poi smembrarlo è permesso; uccidere un bambino non ancora nato smembrandolo non lo è. Le parti concordano sul fatto che a tal fine un bambino non ancora nato è vivo se batte il cuore, il che di solito inizia circa  a sei settimane».

Nel suo contributo speciale, il giudice Joel Frederick Dubina ha concordato con l’opinione del giudice Thomas in Gonzales v. Carhart, 550 U.S. 124, 168-69, 127 S. Ct. 1610, 1639-40 (2007) (Thomas, J., concurring), al quale poi si è unito anche il giudice Scalia. Nello specifico, il giudice Thomas  ribadì la sua opinione che la giurisprudenza sull’aborto della Corte, incluso il caso Casey [Planned Parenthood of Se. Pa. V. Casey, 505 U.S. 833, 112 S. Ct. 2791 (1992)] e Roe v. Wade, 410 U. S. 113, 93 S. Ct. 705 (1973), non ha fondamento nella Costituzione.

Purtroppo, pur criticando la Corte Suprema, la Corte d’Appello ha riconosciuto la sua subordinazione ad essa e ha confermato la sentenza della Corte di merito che ha giudicato la legge restrittiva dell’Alabama in contrasto con la giurisprudenza della Corte Suprema. Con un po’ di coraggio in più avremmo avuto una bomba pro life nel bel mezzo di agosto, in coincidenza con il nuovo orientamento che (si spera) potrà assumere la Corte Suprema.

Redazione

Fonte:
LifeNews

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