Gli Stati che non prevedono alcuna forma di matrimonio gay non sono omofobi ma rispondono conformemente alle indicazioni del diritto internazionale.
Questo l’importante messaggio contenuto nella sentenza emessa la scorsa settimana dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo che, esprimendosi su di uno specifico caso di una coppia finlandese in cui l’uomo ha cambiato sesso dopo il matrimonio, ha messo definitivamente un punto sulla spinosa questione.
Nella sentenza viene chiarito come il matrimonio gay non è un diritto fondamentale dell’uomo e che le normative internazionali non impongono in nessun punto ad uno Stato di inserire nel proprio ordinamento questa fattispecie.
Anzi, viene riconosciuta la prerogativa della singola Nazione di agire legalmente per difendere la propria tradizione, compreso il matrimonio tra uomo e donna.
Redazione