Se ancora qualcuno pensa che l’omofobia sia la persecuzione, la discriminazione e la violenza sulle persone omosessuali, si sbaglia di grosso.
I documenti ufficiali dell’UNAR e dell’OMS ci hanno insegnato da tempo che è omofoba la religione e la famiglia, per definizione.
L’amico Gianfranco Amato, Presidente dei Giuristi Per la Vita, ci spiega che è omofobia ritenere i rapporti omosessuali oggettivamente disordinati e contro natura.
Abbiamo imparato da casi come quello di Guido Barilla che è omofobia avere idee “tradizionali” sulla famiglia. Anche disegnare un logo con padre, madre e figli è omofobia.
Recentemente abbiamo appreso che è omofobia dire “No alle adozioni gay”.
Da ultimo il portale Queerblog.it ci informa che tra gli omofobi va considerato anche Fabio Capello, il famoso calciatore e allenatore.
Infatti, innanzi tutto allena in Russia – e già questo di per sé è un vulnus: la Russia è un paese omofobo per definizione, quindi chi ci lavora, in Russia, sarà certamente “contagiato”.
Ma poi ha avuto il coraggio e la spudoratezza di fare la seguente affermazione, che come dice il sito in questione, ha fatto “risentire” le comunità LGBT di mezzo mondo.
Parlando di calciatori fallosi e roba del genere, Capello ha detto:
L’Atletico Madrid non è una squadra violenta. Il calcio non è per femminucce.
E poi ha ribadito:
Il calcio non è per femminucce, è uno sport fisico dove va messa la gamba. Non esiste una squadra violenta.
Quindi, se e quando verrà approvato il disegno di legge Scalfarotto, siamo tutti avvisati: dovremo stare attenti anche nel commentare le partite di calcio, a ogni parola che si dice.
Anzi. Siamo omofobi anche a stare zitti, come le sentinelle in Piedi.
Allora, emigriamo tutti in Russia?
Oppure aspettiamo che prenda il potere l’ISIS (anche loro sono un tantino omofobi...).
Francesca Romana Poleggi