07/03/2022 di Luca Volontè

Così in Canada si censurano i pro life, anche per dei volantini

La città canadese di London, in Ontario, ha deciso di censurare i pro life e potrà presto essere seguita, a livello federale, dal governo nazionale guidato da Justin Trudeau. La cittadina ha infatti al vaglio una serie di misure per vietare ogni tipo di annuncio e immagine della vita umana nascente in pubblico, inclusi messaggi pro life.

Nei giorni scorsi, Il consiglio comunale di London ha presentato due progetti di legge per vietare la distribuzione non richiesta di volantini e immagini anti-aborto sul proprio territorio cittadino, ma l'organizzazione pro-vita che promuove le campagne per il rispetto e la salvezza dei bambini concepiti ha già annunciato una denuncia verso l’amministrazione comunale.

I volantini contenenti immagini di feti morti hanno scatenato la reazione di molti progressisti, soprattutto dopo che lo scorso anno i pro life avevano lasciato questo materiale all’interno delle cassette postali degli abitanti della città. Una protesta partita dai responsabili di Abortion Rights Coalition of Canada.

Da qui l’idea della maggioranza laburista e liberale della città di London di discutere le proposte di ordinanza di divieto. La prima proposta vieta la consegna di qualsiasi volantino o pubblicità alle residenze che affiggono "No Junk Mail", "No Flyers", o "No Unsolicited Mail" sulla loro cassetta postale, mentre solo i giornali e materiali di campagna elettorale sarebbero esenti. Le violazioni comporterebbero una multa di 75 dollari, il doppio per le recidive. La seconda proposta, invece, proibisce in toto la distribuzione porta a porta di qualsiasi immagine grafica pro life in tutta la città. Le multe, in questo caso, sarebbero di 350 dollari e del doppio per i recidivi. Le immagini sono definite come "un'immagine pittorica dettagliata o una serie di immagini, contenenti contenuti potenzialmente sensibili che possono causare o innescare una reazione negativa alla salute e al benessere di qualsiasi persona in qualsiasi scala. Un esempio di un'immagine grafica può includere, ma non è limitato a, un essere umano smembrato o feti abortiti".

Abortisti e esponenti politici pro-aborto sostengono questa seconda proposta di ordinanza, più stringente e più mirata nei confronti degli esponenti dei movimenti pro life. Intanto i responsabili del Canadian Centre for Bio-Ethical Reform (CCBR), movimento pro-life che non disdegna proprio le azioni informative con poster pubblici e volantini porta a porta, ha annunciato battaglia legale affinché, nel caso dovessero essere approvate, si arrivi subito allo stop di norme limitanti la libertà di espressione e manifestazione del pensiero.

"La Corte Suprema de Canada ha detto che la discriminazione basata sui contenuti delle opinioni è incostituzionale. Il regolamento proposto tenterebbe di regolare e proibire messaggi specifici, esattamente ciò che nessun governo ha l'autorità legale di fare", ha scritto Blaise Alleyne, avvocato e attivista pro life, in una e-mail alla rete televisiva CTV News.

La battaglia, dunque, è solo all’inizio, tuttavia è chiaro che se la comunità di London dovesse passare all’attacco dei pro-life, lo stesso Governo federale di Trudeau non si farebbe sfuggire l’occasione di sostenere la proposta censoria ed estenderla a livello nazionale.

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