Critica n. 5: “Difendete tanto la vita e poi non volete che un bimbo nasca”.
Non mi risulta che essere “per la vita”, pro life, significa difendere qualunque cosa pur di aumentare i bambini nel mondo, tipo andare in giro a far accoppiare persone perchè ci siano più bambini possibile. Questo per un fatto molto semplice: non esiste la nursey dei bambini che arriveranno nel futuro, non esiste la nursey dei bambini “che saranno”. Il pro life non vive perché sia piena questa fantomatica nursey del futuro, che si chiama troppo spesso in causa.
In questo contesto preciso, infatti, denunciare con forza la pratica vergognosa dell’utero in affitto e la fecondazione eterologa, non significa giudicare il frutto, cioè il bambino, ma il mezzo attraverso cui si “ottiene” il bambino. Provo a fare un esempio: il fatto che io mi batta con tutta me stessa contro lo stupro (un mezzo, purtroppo, per procreare), non significa che non accolga con tutto l’amore del mondo il frutto di questo mezzo, cioè il bambino. Battersi contro l’atto violento, vergognoso, ignobile dello stupro, non significa togliere un pelo di dignità a tutti quei meravigliosi bambini nati da questa ingiustizia profonda. Lottare perchè ci siano sempre meno stupri nel mondo, non significa non volere che quei bambini nascano.
Inoltre, a proposito di “difendere la vita, dal concepimento alla morte naturale”, cioè a proposito di essere per la vita senza discriminare per età, sia la pratica della fecondazione eterologa che quella dell’utero in affitto consta di una penosa ed eugenetica selezione di vite. Le tecniche di fecondazione assistita, infatti, hanno bassa percentuale di successo: il 40/50% degli embrioni prodotti non è sano: o non è in grado di impiantarsi, o viene abortito (spontaneamente o con aborto tardivo volontario per patologie riscontrate dopo gli accertamenti). Soluzione della scienza è quindi produrre più bambini e selezionare quelli migliori. Il bambino che nascerà, sarà un sopravvissuto, l’embrione sano “scelto” a discapito dei suoi fratelli eliminati.
No, non sono pratiche decisamente pro life.
N.B. (Per conoscenza questo accade sempre quando si fa ricorso alla fecondazione in vitro, quindi anche con la fecondazione assistita).
Maria Rachele Ruiu