Critica n. 6: “Non esiste la famiglia della mulino bianco: avvengono molte tragedie nelle famiglie eterosessuali”.
Innanzittutto chiariamo: in oggetto non c’è l’orientamento sessuale, che tra l’altro secondo noi non descrive la persona, bensì l’identità sessuata. Sulla questione dell’utero in affitto, in oggetto, non ci sono i desideri degli adulti, e neanche come gli adulti preferiscono spendere il proprio tempo, con chi vogliono spenderlo e per quanto; non sono in gioco le singole capacità di ciascuno e volendo, al netto di tutto, neanche la morale religiosa, qualsiasi essa sia. In oggetto ci sono le necessità dei bambini. Per centrare l’oggetto è necessario esplorare e chiamare in causa i bambini e i loro bisogni.
Volendo dare pure per scontate le capacità genitoriali “in potenza” di ciascun adulto, infatti, al netto dell’orientamento sessuale, i bambini hanno il diritto di godere delle differenze tra mamma femmina e papà maschio; hanno il diritto di potersi rispecchiare nel genitore del proprio sesso, e hanno diritto di potersi confrontare con il genitore del sesso opposto! Hanno il diritto di godere della complementarietà del mondo maschile e femminile (differenze che affronteremo presto in altre pillole).
Ed è vero, alcuni uomini e alcune donne hanno trasformato la propria famiglia nel teatro di tragedie disumane: omicidi, violenze fisiche e psicologiche. Alcuni uomini e alcune donne sono psicologicamente deboli. Fuori di testa. Le cronache sono piene di tragedie perpetrate da uomini e donne, di tutti gli orientamenti sessuali. Mi viene in mente la Franzoni, sempre chiamata in causa per contrastarci, così come il dottore di 61 anni transessuale arrestato per pedofilia pochi giorni fa a Napoli; mi viene in mente Noemi Durini, uccisa dall’ex fidanzato, così come Luca Varani.
Ma questo cosa dimostrerebbe? Nulla. Non tutti gli omosessuali sono come Prato o Foffo. Non tutte le mamme sono come la Franzoni. Non tutti gli ex mariti uccidono le ex mogli. Anzi! Potremmo stare qui a discutere e fare “a gara” di tragedie, inutilmente. Senza dimostrare nulla. Anzi dimostrando solo una ingiusta mancanza di rispetto verso le vittime e i loro familiari.
Maria Rachele Ruiu