08/12/2020 di Luca Marcolivio

Crotone: maggioranza di centrosinistra battuta su mozione ddl Zan. L’intervista alla consigliera Cavallo

Il numero di comuni che si stanno schierando contro il ddl Zan cresce di giorno in giorno. Ciò è un dato positivo per le cause pro family e per la libertà d’espressione e d’educazione. Quanto accaduto a Crotone, tuttavia, è doppiamente significativo in quanto la specifica mozione è stata presentata da due consiglieri d’opposizione: Marisa Luana Cavallo (Lega), prima firmataria, e Antonio Manica (Forza Italia), secondo firmatario.

L’iter del provvedimento è stato piuttosto tormentato e ha rischiato di arenarsi tra i cavalli argomentativi dell’amministrazione comunale, con una parte della maggioranza che ha fatto di tutto per impedirne l’approvazione. Alla fine, comunque, il voto favorevole alla mozione è stato riconosciuto come valido e la maggioranza di centrosinistra ha incassato una sorprendente sconfitta. La distribuzione del voto è stata assolutamente trasversale: a votare a favore della mozione sono stati 12 consiglieri (3 di centrodestra e 9 delle liste civiche che appoggiano la maggioranza di centrosinistra); tra gli astenuti figurano 6 consiglieri di centrodestra e 2 della maggioranza (sindaco e presidente del consiglio comunale); i rimanenti 10 consiglieri di maggioranza hanno votato contro. Ciononostante, la giunta comunale di Crotone ha disconosciuto il provvedimento rifiutando di impegnarsi a farlo valere nelle sedi istituzionali opportune.

Principale artefice di questo non scontato successo del centrodestra crotonese è la leghista Marisa Luana Cavallo che, alla sua prima esperienza politica, si è battuta con determinazione per una questione di interesse nazionale. A colloquio con Pro Vita & Famiglia, la giovane consigliera ha illustrato i contorni della vicenda.

 

Consigliere Cavallo, il fatto che a Crotone la mozione approvata contro il ddl Zan sia stata presentata dall’opposizione è un fatto quantomai significativo. Come si è arrivati a questo risultato?

«In un primo momento, alla seduta del 30 novembre, nonostante la mia mozione avesse ottenuto la maggioranza dei voti (12 a favore, 10 contrari e 8 astenuti), è stata considerata non approvata. In modo incomprensibile e, secondo me, inescusabile, il presidente del Consiglio Comunale e il segretario comunale avevano pensato di includere nel quorum anche gli astenuti, espressamente esclusi dall’articolo 30 dello statuto comunale e dall’articolo 81 del regolamento comunale. In seguito, però, è stata presentata una mozione d’ordine, propiziata dal coordinatore provinciale della Lega, l’avvocato Giancarlo Cerrelli, recepita da me e dai consiglieri Fabrizio Meo e Nicola Corigliano ed esposta in modo assai brillante in aula dal consigliere Meo. Se così non fosse stato, la mozione sarebbe stata bocciata ma in maniera illegittima. Il 2 dicembre, poi, il Consiglio ha votato con 25 favorevoli e 5 contrari, interpretando la norma nel senso di escludere gli astenuti, come stabilito sia dallo statuto che dal regolamento. È stato quindi rivisto l’esito della mia mozione che allora è passata. Sono soddisfatta perché questo risultato ha permesso di accendere i riflettori su un provvedimento pericoloso per la nostra libertà».

La maggioranza è dunque risultata spaccata…

«Sì, il sindaco e il presidente del consiglio comunale si sono astenuti, con l’aggravante che il segretario generale ha fatto di tutto perché la mozione non passasse: c’è stata quindi un’interpretazione illegittima del regolamento. Nella maggioranza, comunque, vi sono persone di orientamento cattolico e di buon senso, che hanno ritenuto opportuno esprimere una posizione contraria al ddl Zan».

Che reazioni ha suscitato l’esito della votazione negli ambienti della sinistra crotonese?

«Non l’hanno presa molto bene! Dal punto di vista mediatico, stiamo ricevendo attacchi veramente allucinanti. Com’era prevedibile, ci hanno dato degli omofobi, su Facebook è da mercoledì che ci riempiono di “complimenti”. In ogni caso, Crotone si è espressa e i consiglieri comunali hanno pensato bene di votare a favore della mozione. Certamente non sta a me spiegare che, nel caso il ddl Zan dovesse diventare legge, andrà davvero a limitare la libertà di espressione di tutti».

In seguito, la giunta ha disconosciuto la vostra mozione, giudicandola non condivisibile…

«Non si sono accorti, ahimè, che il Consiglio Comunale si è espresso contro il ddl Zan e dunque ciò che dovrebbe fare la giunta è farsene una ragione, invece di non rispettare la volontà dei dodici consiglieri che liberamente hanno votato la mozione. La giunta, invece, di prendere irrituali e inutili distanze dalla mozione, che il Consiglio ha approvato, dovrebbe pensare ai tanti problemi di cui Crotone soffre. Ma hanno capito perché sono lì? In ogni caso, per quanto ne vogliano dire, hanno il dovere di portare in esecuzione quella mozione tanto discussa e contestata che è stata presentata in Consiglio Comunale e portata al voto per poi, “purtroppo” per la giunta, essere approvata».

Ritiene incoraggiante che anche altri comuni abbiano approvato mozioni simili alla vostra? La cosa potrà avere qualche effetto sull’ormai prossimo voto in Senato del ddl Zan?

«Se riusciamo ad essere uniti a favore della famiglia, della vita, della libertà di espressione, credo che veramente si possa dare un segnale forte. Solo uniti si vince. Sono contenta del risultato e non ho paura degli attacchi che potranno arrivare. Per me, queste battaglie fanno parte del bene comune, quindi andremo avanti in questa direzione».

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