La nascita di ogni bambino è un dono grande per tutto il mondo, ma non sempre le circostanze in cui nasce sono facili. Una gravidanza indesiderata, una situazione di solitudine, abbandono, difficoltà economiche, psicologiche, o problemi d’altra natura possono scoraggiare una donna nel portare avanti una gravidanza ed indurla a ricorrere all’aborto.
Ma questa pratica, che, come ricordiamo sempre, elimina un bambino ed espone una donna a rischi per la sua salute, non è mai, in nessun caso, la soluzione migliore.
Vi sono, infatti, alternative che non mettono a rischio né la salute, né la vita di mamma e figlio. La possibilità di rivolgersi a un Centro di Aiuto alla Vita, per chiedere supporto nel tenere con sé il proprio bambino, la possibilità di darlo in adozione, del parto in anonimato o le “Culle per la Vita”, anticamente chiamate “ruote degli esposti”: delle culle in cui i genitori che per tragici motivi non possono tenere con sé il proprio figlio appena nato lo affidano a chi possa prendersi cura di lui.
Don Antonio Ruccia, parroco di San Giovanni Battista nel rione Poggiofranco di Bari ha raccontato a Tempi di come la scorsa settimana sia stato trovato un piccolo bambino nella “Culla”. «Stava bene. Non sapevo ancora si chiamasse Luigi. Il biglietto lasciato dai genitori è stato trovato dal personale medico appena sollevato il bambino. L’ho aperto, c’era scritto il nome, la data di nascita, 10 luglio, e che era stato allattato al seno. Un piccolo pezzo di carta che si concludeva con un messaggio per lui: “Mamma e papà ti ameranno per sempre”. […] Luigi non è stato abbandonato – sottolinea con veemenza don Antonio – , Luigi è stato consegnato a un luogo scelto con cura e che prometteva di prendersene cura. Non è stato lasciato nottetempo, nonostante la culla sia sempre aperta, 24 ore su 24, ma un quarto d’ora prima della Messa domenicale, quando i genitori erano certi che sarebbe stato trovato in fretta, che non era solo, che qualcuno avrebbe risposto al suo pianto».
Auguri, dunque al piccolo Luigi, che possa sempre sapersi amato fin dall’inizio della sua storia. Grazie a don Antonio e a tutti coloro che si occupano di accogliere i bambini e tutelarne la vita. E grazie, infine, a quei genitori che hanno permesso al piccolo Luigi di nascere e che non lo hanno abbandonato.