13/09/2013

Cure palliative: al via il Congresso Internazionale ANT

Comunicato Stampa – Congresso Internazionale fondazione ANT “The dignity of life until the last breath”, modelli innovativi nelle cure palliative oncologiche 12-14 settembre 2013 In occasione del congresso presentati i dati del bilancio semestrale ANT: tutti in crescita i servizi offerti gratuitamente ai malati di tumore. Raffaella Pannuti, presidente ANT: “la politica capisca il valore del non profit” + 9% i malati assistiti gratuitamente ogni giorno, + 34.4% le visite di prevenzione oncologica, + 8.3% le prestazioni del servizio di psicologia, + 31.6% le chiamate al numero verde. Il Premio “Eubiosia for Science” conferito al Professor Gianni Bonadonna, le cui scoperte sono tutt’ora una pietra miliare dell’oncologia mondiale. “Le cure palliative sono indispensabili e lo saranno sempre di più per la tenuta dei Sistemi sanitari e della coesione sociale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che ne abbiano bisogno tra i 4 e i 5 milioni di persone malate di tumore e circa 100 milioni di pazienti, loro familiari e caregivers, se includiamo altre patologie. Nel 2020 circa 10 milioni di decessi saranno causati da una patologia oncologica, dai 2 ai 3 milioni solo nei Paesi industrializzati. Se da un lato diminuirà la mortalità tra i giovani, dall’altro sarà in aumento la popolazione anziana con patologie tumorali che necessiterà di assistenza. Questo scenario – descritto dal fondatore di ANT, il Prof. Franco Pannuti nella giornata di apertura del convegno – impone agli Stati di predisporre politiche sanitarie orientate a una gestione delle cure palliative che sia efficace per i pazienti e per le loro famiglie ma al tempo stesso sostenibile in termini economici”. E’ alla luce di queste considerazioni che la Fondazione ANT Italia Onlus – la più ampia esperienza non profit nel nostro Paese per l’assistenza domiciliare oncologica gratuita – ha organizzato a Bologna dal 12 al 14 settembre il congresso internazionale The Dignity of Life until the Last Breath. Innovative models in cancer palliative care. Per tre giorni oltre cinquanta esperti tra i più autorevoli a livello internazionale, provenienti da vari Paesi europei, da ospedali pubblici e privati, centri accademici di eccellenza e organizzazioni non profit si ritrovano a Bologna per confrontarsi sui modelli assistenziali presenti in Europa nel campo delle cure palliative e della home care, con particolare riferimento a modelli innovativi che prevedano la partecipazione integrata di diverse realtà territoriali. Uno sguardo sullo sviluppo delle cure palliative nel mondo arriverà direttamente dagli USA, grazie alla lettura magistrale di una delle maggiori esperte internazionali, la dottoressa Kathleen M. Foley del Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di New York. Organizzato in sessioni tematiche e tavole rotonde, l’evento scientifico viene inaugurato il 12 alle 16 nell’Aula Magna della sede nazionale della Fondazione ANT e vede tra gli altri il saluto di Wojciech Dziworski, a capo del settore Innovation and Healthy Ageing della Commissione Europea e di Richard Bergstrom, Direttore Generale European Federation of Pharmaceutical Industries and Associations (EFPIA). Il momento inaugurale – alla presenza del sindaco di Bologna Virginio Merola e delle autorità cittadine, si conclude con la lettura magistrale del Prof. Franco Pannuti e con il conferimento del Premio “Eubiosia for Science” al Professor Gianni Bonadonna, oncologo di fama internazionale, presente alla cerimonia. Nella prima giornata di lavori, si parlerà di Modelli assistenziali integrati: verso la continuità di cura e di Cure palliative in Italia: una sanità efficace e sostenibile. Nelle sessioni pomeridiane si affronterà il tema La formazione in cure palliative e il tema L’impiego degli analgesici oppioidi nel trattamento del dolore oncologico. La giornata del 14 settembre offrirà un panorama della situazione europea sull’organizzazione delle cure palliative. Se ne discuterà nelle due sessioni, Cure palliative in Europa: esperienze a confronto e Indicatori di qualità: quale futuro per le cure palliative in Italia e in Europa. Infine, l’ultima tavola rotonda sarà dedicata alla Tecnologia al servizio dell’home care. Chiuderà i lavori il Prof. Pannuti. Alcuni tra i protagonisti del settore a livello nazionale e internazionale portano il loro contributo ai lavori, tra i quali Guido Fanelli, Presidente della Commissione Ministeriale Cure Palliative e Terapia del Dolore, Marco Spizzichino, Direttore Ufficio XI° Direzione Generale Programmazione Ministero della Salute, Gianlorenzo Scaccabarozzi, Vice Presidente della Commissione Ministeriale Cure Palliative e Terapia del Dolore, Francesco Ripa di Meana, Direttore Generale dell’Azienda USL di Bologna, Sergio Venturi, Direttore Generale del Policlinico S. Orsola-Malpighi di Bologna, Guido Biasco, Direttore Centro Interdipartimentale di Ricerche sul Cancro «Giorgio Prodi» dell’Università di Bologna, Adriana Turriziani, Presidente Società Italiana Cure Palliative, Luca Moroni, Presidente Federazione Cure Palliative, Augusto Caraceni, Direttore del Virgilio Floriani Hospice, Unità di Cure Palliative dell’Istituto Tumori di Milano, Marco Maltoni, Direttore dell’Unità Operativa Cure Palliative-Hospice del Dipartimento Oncologico dell’AUSL di Forlì, Phil McCarvill, Direttore Politiche e Affari Pubblici al Marie Curie Cancer Care di Londra, Adrienne Betteley, manager del Macmillan Cancer Support di Londra, Katalin Hegedus, Vice Direttore Semmelweis University, Istituto di Scienze del Comportamento di Budapest, Daniela Mosoiu, Presidente della Associazione Nazionale di Cure Palliative Romania, Gert Huysmans e Paul Vanden Berghe, rispettivamente Presidente e Direttore della Federazione di Cure Palliative Fiandre, oltre alla già citata Kathleen M. Foley del Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di New York. Il Convegno è anche l’occasione per presentare i dati del bilancio operativo di ANT nel primo semestre del 2013. Assistenza domiciliare, prevenzione, servizi socio-assistenziali, i numeri parlano chiaro e sono tutti in crescita: 6.808 sono stati i Malati di tumore assistiti gratuitamente a domicilio in 9 regioni d’Italia tra gennaio e giugno di quest’anno, in crescita del 4.6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Si stima che le persone seguite ogni anno da ANT rappresentino circa il 10% di tutti i malati oncologici assistiti a domicilio nel nostro Paese. Sono il 9% in più i Malati assistiti ogni giorno gratuitamente a domicilio dallo staff sanitario della Fondazione ANT rispetto allo stesso mese del 2012 (+27% negli ultimi cinque anni). Attualmente i 131 medici, 88 infermieri e 27 psicologi che lavorano per ANT – cui si affiancano altre figure professionali come nutrizionisti, assistenti sociali, farmacisti, fisioterapisti, collaboratori e dipendenti, per un totale di 400 persone – curano ogni giorno 3.943 Malati (dato aggiornato al 30 giugno 2013). Dal 1985 sono stati curati dalle 20 équipes di specialisti ANT 96.289 malati di tumore, direttamente a casa e senza alcun costo per gli Assistiti e per le loro Famiglie. “Tutti i servizi offerti da ANT ai Malati di tumore, alle loro Famiglie e ai cittadini – commenta Raffaella Pannuti, presidente ANT -, hanno visto una fortissima crescita negli ultimi mesi, a fronte di un bilancio economico che si mantiene appena costante e di una situazione politica che non facilita in alcun modo l’operato, il riconoscimento e l’integrazione del settore non profit”. I dipendenti della Fondazione sono aumentati del 22% (da 94 a 115) ma complessivamente il personale occupato – che comprende collaboratori, liberi professionisti e i dipendenti stessi – è diminuito del 5.9%, passando da 425 a 400 unità. “Con lo stesso denaro e con meno personale siamo costretti a rispondere a richieste di assistenza in continuo aumento, cercando al contempo di offrire servizi innovativi e implementare attività di prevenzione oncologica su tutto il territorio. ANT rappresenta un esempio concreto di sanità sostenibile a servizio della cittadinanza, in un momento in cui la sanità pubblica rischia di diventare sempre più privilegio di pochi. Occorre cambiare strategia, ma solo una normativa che sancisca in modo chiaro l’integrazione tra pubblico e non profit può consentirci di andare avanti – prosegue Pannuti. “Se continuiamo a pensare che il pubblico sia per tutti, sbagliamo, il futuro ci riserverà servizi peggiori e una fuga nel privato, ovviamente solo per coloro che potranno permetterselo.”, conclude il presidente ANT. In Italia le cure palliative domiciliari sono in continuo miglioramento e diminuisce in modo rilevante il numero di pazienti oncologici che trascorre gli ultimi giorni di vita in un ospedale (da 53.574 nel 2010 si è passati a 49.213 nel 2011 con un calo che supera l’8%), segno che le reti assistenziali diffuse sul territorio riescono a prendere in carico un maggior numero di persone. Anche il numero degli hospice che presta assistenza ai malati terminali aumenta (217 nel 2011 rispetto ai 204 del 2010). È il quadro che emerge dall’ultima relazione recentemente inviata al Parlamento sullo stato di attuazione della legge n. 38/2010 «Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore». Attualmente, si legge nel rapporto, «la situazione appare disomogenea anche se esiste la volontà su tutto il territorio nazionale di organizzare in forme, seppur variegate, una risposta assistenziale adeguata». I dati del Sistema informativo sanitario nazionale per il 2011 mostrano come la media nazionale del numero di posti letto in hospice per 100 pazienti deceduti per tumore sia pari a 1.27. Tale valore, in crescita rispetto al 2010 (1.15) e al 2009 (1.05), «evidenzia lo sviluppo della rete di offerta residenziale delle cure palliative che è costituita per l’anno 2011 da un numero complessivo di 217 strutture sull’intero territorio nazionale. Tra i segnali positivi, che dimostrano un buon trend di sviluppo delle reti regionali di cure palliative, c’è il netto calo dei pazienti oncologici morti nei reparti per acuti degli ospedali». A livello europeo la Germania è sicuramente uno dei paesi in cui è molto forte la necessità di cure palliative qualificate per i malati oncologici in fase avanzata. Nel paese – dove il problema dell’incidenza del tumore è legata all’invecchiamento della popolazione e la mortalità è molto elevata – negli ultimi cinque anni è stato diagnosticato un tumore a circa 1.45 milioni di persone. Gli ultimi report del Robert Koch Institute rivelano che nel 2008 su un campione con età standardizzata di 100.000 europei la morte da cancro colpisce 205.6 uomini e 130.5 donne. In Germania, nello stesso anno, ci sono stati 215.442 casi di morte a causa di un tumore (50% uomini e 57% donne). Nel 2010 erano 160 unità di cure palliative in Germania con 1.228 letti (ovvero 15 letti per 1 milione di abitanti). Considerando la domanda, dovrebbero essere 35 i letti per milione di abitanti. Si stanno facendo enormi sforzi per migliorare la situazione, tuttavia persistono ancora molti gap nella rete di cure palliative, in particolare in campagna. In Germania esiste una grande rete di organizzazioni di volontariato che supportano le famiglie e i pazienti con cure psicologiche. La German Hospice and Palliative Association conta oggi su 1.000 hospice con circa 80.000 volontari che si prendono cura dei pazienti: senza questo supporto in Germania non si potrebbe garantire un fine vita dignitoso a tutti i pazienti oncologici in fase avanzata. Attualmente nel Paese ci sono 2.600 posti letto in 300 hospice disponibili (per 30 milioni di abitanti). Questo significa che se tutti i posti letto fossero occupati da pazienti oncologici potrebbero coprire non più del 50% del fabbisogno. Volgendo lo sguardo al resto del mondo, sono 7-9 milioni i bambini in condizioni di vita disastrose che richiedono cure palliative e l’80% di essi vive in paesi sottosviluppati. Nei paesi economicamente avanzati la copertura delle cure palliative non è più del 50%-70% e la loro integrazione nei sistemi sanitari è bassa e in calo. Molti Paesi sottosviluppati come Uganda, Zambia, Kenya e Vietnam – solo per citarne alcuni – hanno adottato le cure palliative nelle loro strategie contro il tumore e l’AIDS. In Africa le cure palliative per l’AIDS sono realizzate a domicilio, sulla base di programmi fondati sulla comunità locale. In USA invece la crescita delle cure palliative è avvenuta negli ospedali: oltre il 60% dei più grandi ospedali hanno team specializzati nel settore. “Le cure palliative a casa rappresentano la sfida della moderna sanità per dare risposte a tutti i Sofferenti cronici – conclude il Presidente ANT Pannuti –  Il ministro Lorenzin ha ripetuto più volte l’importanza strategica dell’assistenza domiciliare nell’ambito di un ripensamento della Sanità pubblica che sia sostenibile. Dall’ultimo censimento Istat si evince quanto sia cresciuto il non profit in questi dieci anni, in controtendenza rispetto a tutti gli altri settori. Ciò che davvero manca è una presa di coscienza delle istituzioni, che devono guardare a noi con meno gelosie e in modo più propositivo.” Patrocinano l’evento che si svolge in questi giorni a Bologna: European Union, Ministero della Salute, Regione Emilia-Romagna, Provincia di Bologna, Comune di Bologna, Ausl Bologna, Alma Mater Studiorum-Università di Bologna, AIOM, Federazione Cure Palliative, Ordine dei Medici, IPASVI, SICP, SIPO. La realizzazione del congresso è stata possibile grazie al sostegno di: Carisbo, Molteni Farmaceutici, Menarini, Camst, Grunenthal, Teva, Alfa Wassermann, BlackBerry, Dompé Farmaceutici, Fresenius Kabi, Mundipharma, Montenegro. Media partner del congresso internazionale realizzato da ANT è il mensile VITA, la testata di riferimento per il mondo del non profit. Fondazione ANT

Festini

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